Così le due ruote finiscono in Tunisia

Le bici rubate finiscono in Tunisia. Negli ultimi anni alcune operazioni di Guardia di Finanza, carabinieri e polizia hanno aperto uno squarcio sul destino di molte due ruote che spariscono nelle città italiane e ricompaiono in Africa. In particolare proprio nello Stato dove sono iniziate le così chiamate «primavere arabe». Brianza, Livorno, Palermo, i casi sono molti, scoperti tanto dalle autorità portuali quanto dai militari. Tutti i carichi intercettati negli ultimi anni erano diretti nel Paese africano. E se può far sorridere pensare ai ladri di biciclette come trafficanti internazionali, i numeri spiegano che si parla di un vero giro d'affari: il carico di un singolo camion delle dimensioni di un Ducato, circa trenta bici, vale diecimila euro. E solo a Milano ogni anno svaniscono 18mila due ruote all'anno, parte di queste si dirigono verso l'altra sponda del Mediterraneo. Fatto dimostrato da una delle operazioni più recenti delle Fiamme Gialle di Saronno che hanno fermato un gruppo di tunisini intento a caricare un camion con merce rubata, il valore totale è appunto 10mila euro. Si tratta di «una trentina di biciclette di prestigiose marche da adulto, donna e bambino ed un ciclomotore per un valore complessivo di oltre 10mila».

Proprio durante il controllo, avvenuto a Saronno, i finanzieri «con l'ausilio di una pattuglia della Polizia Locale, hanno pertanto effettuato una perquisizione dell'abitazione interessata, all'interno della quale è stato individuato un locale adibito a deposito/magazzino, ove le biciclette, di provenienza illecita, venivano concentrate, smontate e imballate, pronte per essere trasportate al porto di Genova ed essere, successivamente, imbarcate alla volta della Tunisia, per essere rivendute in quel Paese». Ma i militari comandati dal tenente Marco Velonà non sono gli unici a aver concluso operazioni simili: le forze dell'ordine operano dal Trentino alla Toscana.

MBon

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