Un tempo -l'abate Parini insegna- il caffè era uno status symbol, «nettarea bevanda» riservata alle classi più agiate. Oggi è cambiato tutto: il «buon caffè» non divide più, semmai unisce, in un rituale quotidiano che accomuna milioni di italiani al di là delle differenze di età, sesso, posizione sociale, cultura, abitudini e stili di vita. Tanto che ormai caffè e dintorni sono diventati un fenomeno di costume, addirittura di design, a giudicare dai progetti che in questi giorni fanno bella mostra di sé al Mudec (via Tortona 56) nell'esposizione «Progetto Simbiosi, De'Longhi per i giovani designer». La mostra, aperta dal 20 al 26 novembre a ingresso libero, è il risultato di un progetto che ha coinvolto gli studenti di 10 università italiane tra cui Politecnico di Milano, Politecnico di Torino e Iuav di Venezia. Si possono vedere 14 prototipi, dedicati al mondo del caffè, selezionati da una giuria composta da esponenti del mondo della cultura, del design, dell'arte e del giornalismo e presieduta da Fabio De'Longhi (con Mario Bellini, Sam Baron, Francesco Morace, Simone Panfilo). Chi pensa che con il caffè la fantasia abbia poco a che vedere sarà costretto a ricredersi: prendiamo il progetto «Pensiero», di tre studenti del Polimi, selezionato per aver saputo andare oltre l'idea convenzionale di caffè, con uno sguardo «trasversale»: si tratta di un prodotto complementare che consente il riciclo dei fondi di caffè facendo nascere addirittura delle piante dalle tazzine! O «Aroma», sempre dal «Poli», che mira a modificare l'esperienza di fruizione grazie anche a una «app» che personalizza la preparazione. Al digitale si ispirano anche «De Startday», un futuristico piattino interattivo con schermo integrato che sembra arrivare da un romanzo di fantascienza, e «Ringlax», macchinetta con mouse intelligente e anello multifunzionale, vero cuore del sistema.
Che dire di far uscire la macchina del caffè dalla cucina portandola nel soggiorno? Così si spiega la nascita di «Eclisse», elegante elemento da salotto con componenti ultramoderni. Molti i progetti di design puro, come «Clepsidra», che riprende e rielabora le fattezze della classica caffettiera napoletana utilizzando materiali e concept di oggi.
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