Il design è da record: chiude il Fuorisalone

In Fiera 300mila persone e 400mila nelle strade L'assessore Tajani: «Milano ha voglia di fare»

Pamela Dell'Orto

Migliaia di persone che hanno invaso i distretti del design, un migliaio di appuntamenti per vedere, respirare, e toccare con mano idee, novità, nuove energie e tanta creatività. Oggi è l'ultimo giorno per respirare l'euforia del Fuorisalone e visitare le installazioni sparse fra i cortili e i palazzi dei quartieri storici come fra gli spazi post industriali, ricavati da vecchie fabbriche e laboratori delle nuove zone di Milano. Oggi finisce la Design Week dei record. Quella che ha portato in Fiera 300mila visitatori, e per le strade di Milano, invase dai 1.100 eventi del Fuorisalone, «quasi 400mila persone», come fa sapere l'assessore al Design Cristina Tajani. Che, a questo giro si dice pienamente soddisfatta: «Sia in termini di presenze, sia in termini di qualità». Un po' per la qualità delle installazione e dei lavori che si sono visti nei 9 distretti del design milanese. Un po' per «l'effetto positivo XXI Triennale, che ha arricchito il panorama culturale». Il clima? «E' quello di una città che ha riscoperto voglia di fare e la voglia di essere», prosegue Tajani. «Finito l'effetto Expo, è rimasto il desiderio di vivacità e di stringere relazioni internazionali».

Ultimo giorno (fino alle 18) per visitare le cose più belle del Fuorisalone. Da Brera, con l'Accademia e la Pinacoteca, l'Orto Botanico diventato una palestra a cielo aperto, i chiostri di San Simpliciano, e piccole chicche del design d'avanguardia come in nuovo Cappellini Point aperto ai Bastioni di Porta Nuova, dove sono esposte anche chicche le lampade prodotte pensando agli strumenti musicali del Teatro la Fenice di Venezia. A Zona Tortona, dove (folla permettendo) si passeggia fra installazioni divertenti come la Statua della Libertà o il giardino tropicale di Hilfiger, ma la meta irrinunciabile è il Superstudio, con le installazioni migliori. Da Lambrate Ventura, con le collettive dei giovani più creativi, come la mostra che coniuga poesia e design, fino a San Gregorio e Porta Venezia, dove valgono una visita l'Albergo Diurno e Villa Necchi. Da San Babila con i suoi mille showroom, come quello di Cassina con l'allestimento di Patricia Urquiola che ha ricreato una galleria d'arte contemporanea. Fino alla Statale, occupata dalle tante (e spettacolari) installazioni di Interni. Dalle 5 Vie e Sant'Ambrogio, con chicche come Palazzo Litta, fino alla Torre Velasca, che rimarrà illuminata di rosso (grazie a Ingo Maurer) fino a oggi.

Una settimana ricca di eventi ma anche di contenuti. Tanto che i visitatori (secondo un'indagine di Camera di Commercio) hanno promosso la Design Week con un 8+. Con il design è cambiata l'immagine di Milano: da centro economico a città della moda e del design (per 6 persone su 10), ma anche dell'arte e della cultura (per 4 persone su 10). Oggi è l'ultimo giorno per godere dell'euforia da Design Week, il giorno della premiazione (allo Ied) per la miglior installazione del Fuorisalone, il Milano Design Award. Oggi tutti i lavori saranno smontati, ma molte installazioni, quelle legate alla XXI Triennale, si potranno vedere fino a settembre.

Una su tutte, quella che campeggia nel cortile di Palazzo Reale, allestita da Kartell, comune di Milano e Triennale. Un'installazione sonora che riproduce tutti i suoni del lavoro: antichi e moderni. Il simbolo della Milano che lavora. E che non sta mai ferma.

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