Il primo papa lombardo della storia veniva da Pavia. Non si sa quando nacque Pietro Canepanova ma si sa che nel novembre 983 salì alla cattedra di Pietro. Giovanni XIV era il 136esimo pontefice e fu vittima dei giochi di potere della nobiltà romana. Dopo la morte di Ottone II di Sassonia di cui era il favorito, fu spodestato e incarcerato a Castel Sant'Angelo. Il «Nomentano», losco figuro dei Crescenzi, tramò per riportare l'antipapa Bonifacio VII a Roma. E ci riuscì. Solo dopo l'interregno di quest'ultimo il corpo di Giovanni, spentosi per fame e veleno nelle segrete, trovò dignitosa sepoltura in San Pietro.
Il Medioevo fu un'era di sotterranee lotte politiche. Bastava poco per morire e anche Anselmo da Baggio, ottant'anni dopo, rischiò forte. Poco è cambiato nei secoli, anche se il papato si è affrancato dalle intromissioni del potere temporale. Allora il successore di Pietro non sempre era uomo di tempra morale e fisica e Urbano III, al secolo Uberto Crivelli, milanese di Cuggiono, dimostrò subito di non essere tipo da farsi sottomettere con facilità. Di fronte aveva il Barbarossa e non si lasciò intimidire. Guelfo e papalino prima di essere egli stesso il difensore supremo della cristianità, mantenne anche la carica di arcivescovo di Milano per evitare che la vacanza episcopale potesse concedere un benché minimo vantaggio all'agguerrito e indomito imperatore. Rifiutò perfino di incoronare re d'Italia il figlio di Federico che aveva sposato Costanza d'Altavilla. Anzi. Era deciso a scomunicare il Barbarossa, ma i veronesi si ribellarono a un provvedimento preso nella loro città, dove Urbano aveva scelto di risiedere. Se ne andò, ospite dei ferraresi d'Este, ma di lì a poco morì.
La storia decise che a pochi lustri fosse un nipote a succedergli. Era il 1241. Il milanese Celestino IV, figlio di Cassandra Crivelli, però regnò solo 17 giorni stabilendo il primato del terzo papato più breve di sempre. Ci volle oltre un mese per sceglierlo e in conclave sedevano dieci cardinali. C'è chi ipotizza perfino che fosse già morto quando fu eletto, certo è che i voti su di lui arrivarono per la disperazione di farla finita con un'assemblea inconcludente e, a votazione conclusa, gli elettori scapparono in tutta fretta.
Non era cambiato solo lo scenario, ma un intero evo quando il milanese Giovanni Angelo Medici di Marignano, ramo cadetto della schiatta fiorentina, divenne Pio IV. Era Natale 1559 e la cristianità trovò una nuova guida dopo il breve pontificato di Paolo IV. Pio - tale di nome ma non di fatto - concluse i lavori del Concilio di Trento, fu illustre mecenate, committente di Michelangelo e combatté la corruzione e i privilegi degli ecclesiastici, mostrandosi inflessibile e condannando a morte alcuni familiari del suo predecessore che aveva garantito ai nipoti posizioni di potere di cui essi abusarono. Morì con due santi al suo capezzale, il Borromeo e Filippo Neri. Un per ogni mano.
Conclavi estenuanti non portano bene alla Chiesa. Nel dicembre 1590 servirono due mesi per nominare Niccolò Sfondrati, un varesotto di Somma Lombardo. Gregorio XIV non poté dar prova di sé. Resistette solo un anno prima che i calcoli lo uccidessero a soli 56 anni. L'unico papa comasco, Benedetto Odescalchi, che assunse il nome di Innocenzo XI in onore della famiglia Cybo di cui era amico e da dove era uscito il settimo pontefice di questa genealogia, governò per 13 anni tra il 1676 e il 1689. Tenne aperto il dialogo con i protestanti, lottò contro i turchi musulmani e regolò l'asilo alle legature straniere. Insomma, un diplomatico. Ma tanto gli bastò a diventare beato. Il Novecento ha preso tre papi in Lombardia. Pio XI, il desiano Achille Ratti, visse l'era del Ventennio fino allo scoppiare della guerra. Eletto nel '22 morì nel '39. Concluse i Patti lateranensi con Mussolini, ma lasciò che a firmarli fosse il segretario di Stato Pietro Gasparri, sottraendosi a tutto. Anche alle foto. Si devono a lui le canonizzazioni di Bernadette, la pastorella di Lourdes, don Giovanni Bosco e Teresa di Lisieux.
Lombardi anche i due papi del Concilio ecumenico vaticano II. Il bergamasco Giovanni XXIII che lo aprì e il bresciano di Concesio Paolo VI che lo chiuse. Il primo ex patriarca di Venezia, il secondo ex arcivescovo di Milano, beatificato proprio da Papa Francesco.SteG
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