Direttori artistici scatenati Il Teatro più forte della crisi

In queste pagine la vitalità di alcuni fiori all'occhiello della nostra città: Piccolo Teatro, San Babila e Carcano

Alice Sforza

Si potrebbe parafrasare un famoso detto e adattarlo al teatro. Più o meno, così: «Chiusa una stagione, se ne fa un'altra». Infatti, in questi giorni, le principali sale teatrali, ma anche le più piccole (non meno importanti), stanno esibendo il loro biglietto da visita per il prossimo anno, incuriosendo uno spettatore che deve piacevolmente impazzire per riuscire a pianificare in agenda gli spettacoli. Segnale di una vitalità che non fa certo difetto ai nostri bravi direttori artistici che si fanno letteralmente in quattro per offrire titoli all'altezza, dovendo combattere, oltretutto, con una crisi che non fa sconti a nessuno.

Anche perché il pubblico è sempre più informato, esigente e preparato; non lo si può certo ingannare o deludere con spettacoli mediocri.

In questo Focus, pensato appositamente per numerosi nostri lettori appassionati di teatro, offriamo una carrellata delle stagioni 2016-2017 di tre fiori all'occhiello della nostra città: il Piccolo Teatro, il San Babila e il Carcano.

Nei servizi delle pagine a seguire troverete nomi di attori (famosi e meno conosciuti), testi classici e moderni, generi differenti, prezzi interessanti: loro, insomma, ce l'hanno messa veramente tutta per invogliare la gente a provare, magari per la prima volta (che, vedrete, non si scorda realmente mai), questa esperienza. Senza scuse, perché nelle sale teatrali troverete sicuramente ciò che fa al caso vostro a seconda di gusti, età e e genere di pubblico diverso.

Smentendo anche quel comune sentire che vorrebbe il cinema come preferito dai giovani al teatro, gettonato solo da un pubblico maturo. Non è così. Questa arte antica di espressione è eterogenea o, se preferite, senza età. Chiunque può avvicinarsi a uno spettacolo dal vivo, apprezzarlo e restarne definitivamente affascinato. Anche perché trovarsi a pochi passi dagli attori, vivere con loro le scene che si susseguono, respirare l'«odore» del palco, è una esperienza unica, emozionante, capace di trasmettere adrenalina.

Chi va a vedere un'opera a teatro sa che tutto sarà vero. Niente scorciatoie, montaggi ad hoc, ritocchi alla pellicola e via dicendo. Il «ciak uno, due tre, azione» qui non è previsto. Quando si alza il sipario, i protagonisti sanno che dovranno andare avanti, fino alla fine, affrontando anche imprevisti (ce ne sono) o improvvisi vuoti di memoria (capita anche ai più affermati). E chi si mette in gioco in questa maniera, viene rispettato dalla platea. Una legge non scritta che vige da secoli.

Non a caso, non tutti gli attori cinematografici hanno il coraggio di recitare su un palcoscenico.

E chi ci prova, a volte, ottiene risultati ben diversi da quelli su un set della settima arte. Il teatro è come una donna bellissima e imprevedibile: puoi conquistarla seducendola nel modo giusto, o farti spezzare il cuore se la dai per facile e scontata. E voi, cari lettori, come pensate di corteggiarla?

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