Ascoltandola a un certo punto si ha la sensazione di trovarsi in un bosco, immersi nella clorofilla. Magie della penna e calamaio di Gustav Mahler, uno dei giganti del sinfonismo a cavallo tra Ottocento e Novecento, che scrisse la sua Nona in Re - ultimo lavoro completo per grande orchestra da lui vergato -; come d'abitudine in un capanno immerso nel verde; si trovava a Toblach in Tirolo. La musica fluisce verso mondi spettrali e curiosi. Dimensione lontana da quella corporea. Onirica. Una creazione che è stata interpretata come un congedo alla vita; il compositore morirà due anni dopo, nel 1911.
A fare rivivere questo capolavoro da stasera alle ore 20.30 sarà, alla testa de laVerdi, Claus Peter Flor - repliche domani sera e domenica pomeriggio -, dalla scorsa estate nuovo direttore musicale dell'orchestra di largo Mahler («il mio traguardo è unificare i talenti de laVerdi composta da eccellenti musicisti», ebbe a dire il giorno del suo insediamento che sarà definitivo dall'1 gennaio 2018). Come spesso accade - se non sempre - all'Auditorium ci sarà un'introduzione prima del «live»: alle ore 18 Marco Benetti racconterà la sinfonia «espressione di un amore inaudito per questa terra, del desiderio di vivere in pace con la natura e di poterla godere fino in fondo in tutta la sua profondità, prima che giunga la morte», scrivere il compositore della seconda scuola di Vienna Alban Berg.
Su questo lavoro in quattro tempi, per quanto riguarda l'analisi, lo stesso Berg ha lasciato una descrizione della prima parte che è stata definita esemplare: «Questo intero movimento è concentrato sul presentimento della morte. Esso si annuncia sempre nuovo, in esso culmina ogni trasognato motivo terreno e naturalmente con la massima forza là dove il presentimento di morte diviene certezza». Tremendi soli di viole e violini con suoni cavallereschi. «Suggestivo» sicuramente verrà da dire. E Mahler nel suo modo di comporre in maniera coerente non rompe con la tonalità ma la spinge ai suoi limiti più estremi. Largo alla musica.
Non c'è che dire: senza timori di esagerare questo lavoro è finito in ottime mani, tra le migliori.
Basta dare un'occhiata ai lunghi e prestigiosi trascorsi di Flor, alle caratteristiche di questa bacchetta amante della perfezione e del suono assoluto. Già, proprio così: il Maestro d'orchestra è conosciuto come uno degli specialisti più accreditati dei repertori austro-germanici.
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