Un "rave" in Piazza Affari. Né wc, né vigili: è il caos

Centinaia di persone all'evento patrocinato dal Comune. Il giorno dopo le vie del centro sono ridotte a una latrina. La festa è autorizzata dal Comune

Un "rave" in Piazza Affari. Né wc, né vigili: è il caos

Un delirio. Una movida allo sbando, con la benedizione del Comune. Questo è ciò che è successo martedì sera in piazza Affari, dove sono tornati gli eventi di Ape, l'Associazione culturale che si occupa di musica e socializzazione giovanile. Martedì sera sotto il dito mozzato di Cattelan si sono riunite migliaia di persone, per lo più ragazzi, che hanno letteralmente invaso la piazza e le vie limitrofe. Sembra, però, che la situazione sia sfuggita un po' di mano agli organizzatori che non si aspettavano quella fiumana di gente, arrivata con i passaparola e con la pubblicizzazione dell'evento, per la verità, su tutti i canali di night life.

Attenzione: la serata era autorizzata dal Comune e patrocinata dal Municipio 1 anche se sembrava una festa abusiva. Nulla contro queste manifestazioni ma andrebbero supportate logisticamente altrimenti c'è il rischio che degenerino. E invece nessun wc chimico o bagno «portatile» nei paraggi per una tale folla chiamata a bere birra e ascoltare musica, tanto meno una pattuglia dei vigili o della polizia. Se si fosse verificata una rissa qualsiasi nessuno probabilmente sarebbe riuscito ad «arginarla». «Di più, se qualcuno fosse caduto per terra - racconta un residente - sarebbe probabilmente stato schiacciato nell'indifferenza generale. Il muro di persone era impressionante e molti avevano bottigliette di vetro in mano».

Quindi una questione di sicurezza completamente ignorata e una questione di decoro: ieri mattina all'alba l'odore di urina che si alzava per il dedalo delle 5 Vie era insopportabile, per non parlare del vomito che costellava le stette viuzze del centro storico. Nella descrizione degli eventi di Ape si legge che «Come da normativa e da contratto, abbiamo stretto da anni accordi con Amsa, assumendoci la responsabilità di salvaguardare la pulizia degli spazi da noi occupati. Stringiamo accordi con Sebach per fornire servizi igienici. Ci assicuriamo, con la collaborazione della Polizia Locale, che i nostri eventi siano un luogo sicuro per chi li frequenta». Ma di questi accorgimenti non c'era traccia.

Niente contro gli eventi in strada: piazza Affari venne scelta una decina di anni fa circa secondo una logica di movida decentralizzata per alleggerire i quartieri tradizionali presi d'assalto dal popolo della notte che mal sopportavano il carico di centinaio di persone per almeno metà settimana. E ben vengano i ragazzi in piazza ad ascoltare musica dopo la pandemia, ma che sia controllata. «La gestione della movida nelle sue diverse manifestazioni - il commento del presidente del Municipio 1 Mattia Abdu - ha una serie di effetti collaterali negativi difficili da gestire». Eppure in via Fiori Chiari i gestori dei locali pagano la pulizia straordinari della via una volta che chiudono, così per l'inaugurazione di Primark in via Torino per tre giorni si è vista una pattuglia dei vigili a controllare la situazione ed evitare assembramenti, sempre pagati dal grande magazzino. Il Comune non può pensare a una formula del genere per gli eventi del divertimento che autorizza? Mettere come condizione il pagamento della pulizia o le ore extra di una pattuglia dei vigili? Ma da Palazzo Marino nessuno risponde. «Quello che è successo dimostra l'incapacità di gestione del Comune.

Era stato concordato con l'organizzazione l'abbattimento della Cosap in cambio dell'impegno a lasciare la piazza com'era» commenta Anna Maria Pignatti Morano, consigliere della Lega in municipio 1.

Nota a margine: sembra che gli organizzatori si siano resi conto dei rischi di una movida anarchica, seppur autorizzata.

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