Ventotto anni fa - ricorda un veterano come il deputato di lungo corso Antonio Palmieri - fu proprio il Teatro Manzoni a ospitare la convention dei primi candidati di Forza Italia». E ieri i velluti di platea e palchi sono bastati a fatica per ospitare la chiusura di una campagna elettorale che promette di riportare gli azzurri al governo. «Giorgia Meloni e Matteo Salvini - assicura Silvio Berlusconi dal palco -, hanno il grandissimo pregio di essere leali». La premessa per enunciare il programma di una coalizione che vuole durare cinque anni. «Spero non si offendano - aggiunge -, ma per età ed esperienze credo di poter avere con loro un rapporto di padre a figli. E così quando ci saranno dei contrasti, li inviterò a cena e li metterò d'accordo prima di mezzanotte». Forse qualcosa di più di una metafora, il senso della maggior parte dei brevi discorsi fatti dai candidati, tutti impegnati a sottolineare il ruolo di mediazione che Forza Italia intende avere in una coalizione che solo così sarà veramente di centrodestra. E non di destra-destra.
Come in tutti questi 28 anni ci sono le cravatte. Non sempre elegantissime, ma abbinate ai blazer di ordinanza indossati anche dai tantissimi giovani seduti in platea con le scarpe da ginnastica. Ma anche le signore ghepardate e i tacchi altissimi su cui ondeggiano mentre agitano il cartello «Silvio santo subito» o il velenoso «Meno Gelmini e più Ronzulli». Una troupe si avventa su due giovani piuttosto vistose, per poi capire che non cercavano Berlusconi, ma una sfilata di moda. Con grande delusione del torpedone spedito dalla Bergamasca dal deputato Alessandro Sorte.
A tessere la serata è la coordinatrice regionale Licia Ronzulli che grida «Forza Italia e soprattutto Forza Lombardia», confermando le sue simpatie un po' leghiste. Impeccabile il suo vice Alessandro Cattaneo che spiega come Forza Italia abbia «l'attitudine a essere forza di governo, perché questa sua capacità l'ha già dimostrata». Sul palco salgono i tanti candidati, dai giovanissimi amministratori come Vera Cocucci e Alberto Villa, ai più esperti come Valentina Aprea, Andrea Mandelli, Stefania Craxi e Cristina Rossello. «Il 25 settembre - tira le fila Ronzulli - non ci sono mezze misure: o vince il centrodestra o vince una sinistra che non ha idee e per questo sa solo demonizzare l'avversario». Una sinistra inviperita perché «dovrà lasciare il potere dopo essere stata al governo per dieci anni, senza aver mai vinto le elezioni». Poi ricorda il 2008, «quando Berlusconi è stato l'ultimo premier votato dagli italiani». E lui, tra un ricordo della stretta di mano da lui ottenuta tra Putin e Bush a Pratica di mare e l'ennesimo imperdibile sketch sullo sbarco su TikTok, per premiare chi è venuto al Manzoni anticipa l'ultima pillola che sarà postata oggi sui social. In testa la promessa di «ridurre le tasse e introdurne una unica al 23 per cento». Poi la lotta alla burocrazia con l'eliminazione del regime delle autorizzazioni preventive e la riforma della giustizia con il garantismo, la riduzione dei tempi dei processi e la separazione delle carriere dei magistrati.
«Le pensioni minime - alza il tono - vanno portate a mille euro, anche per chi si è dedicato alla famiglia come le nostre mamme e le nostre nonne». Per i giovani riduzione della tassazione per chi li assume e infine gli alberi. «Bisogna piantarne un milione ogni anno, perché gli alberi sono salute». Sipario. Rosso almeno quello.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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