La Prima ha le sue regole soprattutto per le signore. «E la prima regola è l'abito lungo». Parola di Raffaella Curiel, stilista che con la sua storica sartoria da decenni veste le sciure (milanesi e non) più chic del foyer. Come Laura Morino Tes, che da anni non si perde una Prima e «per tradizione indosso un Curiel perché come la Scala rappresenta Milano, così Lella Curiel rappresenta l'haute couture, la classe e l'eleganza milanese da sempre presente nella storia della Prima». L'abito «non deve essere né viola né rosso», spiega la signora Curiel, anche lei (elegantissima) abituee della Prima. «Il viola perché è una superstizione della gente di teatro: nei secoli passati durante la Quaresima i paramenti della chiesa erano viola e gli spettacoli erano sospesi. Il rosso perché si confonde con il bordeaux della poltrone. Ma sono regole che i veri milanesi conoscono». Altra regola fondamentale è «l'equilibrio: se sei bella e giovane, è giusto portare uno spacco o una scollatura. A una certa età bisogna tirare i remi in barca», prosegue la stilista. Stesso discorso per gli abiti aderenti: «Se è una bella donna perché no? L'abilità di un bravo sarto sta proprio nel nascondere i difetti e mettere in risalto le qualità». Capitolo accessori. Secondo Balestra «l'abito da sera richiede il tacco alto, perché dà la postura giusta. Qualcuno preferisce le scarpe piatte, ma la signora deve essere molto alta e molto sicura di sé». Secondo Lella Curiel, «chi riesce a camminare è giusto che lo metta, le attempate usino il tacco medio, con il collant», sia beninteso, «a meno che non ci si metta un sandalo rischiando i geloni». La pochette invece «dipende dall'abito», prosegue la stilista. «Tutto deve essere armonioso. Peccato che la gente non abbia più una grande educazione al gusto: ho visto persino borse sportive in pelle...». E i gioielli? «Non farei troppo sfoggio di gioielli: l'ideale sarebbe indossarne uno solo, ma importante», consiglia il sarto romano che dice no anche ad acconciature troppo elaborate: «Oltre a essere eccessive, disturbano chi sta dietro: un anno sono capitato dietro a un'attrice famosa molto cotonata e non ho visto niente». I colori di questa Prima? Per la Curiel, che ogni anno fa una ricerca storica sul periodo in cui è ambientata l'opera, sono il nero e il fucsia, molto Giovanna d'Arco. «Mi ispiro sempre al tema culturale, è giusto omaggiare l'opera che si va a vedere. Quest'anno ho fatto una ricerca storica al Victoria and Albert Museum di Londra e al Metropolitan di New York, i miei abiti sono pieni di riferimenti al Rinascimento inglese».
Promosse le pellicce, ma qual è l'errore più grande per una signora? Secondo la Curiel, è «voler aver 30 anni quando se ne hanno 70». Per Balestra «troppi scintillii, troppe nudità, troppi volant, gli eccessi in generale. E quest'anno lasciamo a casa le armature alla Giovanna d'Arco!».PDO- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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