Giusy Versace confida: «Vincere l'handicap? Servono forza e... soldi»

La conduttrice della «Domenica sportiva» ospite al Manzoni ha fondato «Disabili no limits» per aiutare chi ha bisogno

Giusy Versace confida: «Vincere l'handicap? Servono forza e... soldi»

Calabrese, classe 1977, Giuseppina (Giusy) Versace è stata l'ospite d'onore del teatro Manzoni. Nell'ambito della rassegna Manzoni cultura si è «confessata» con Edoardo Sylos Labini. La Versace, elegantemente vestita, con un tacco 8 portato con disinvoltura ha esordito subito: «Ho il piede con un pulsante che lo fa inclinare, così posso indossare scarpe alte».

Perché Giusy Versace, parente dello stilista, si muove su due protesi, cosa che si nota solo dopo un'attenta osservazione: nell'agosto 2005 un grave incidente automobilistico sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria la costringe all'amputazione di entrambe le gambe.La sua vita ha una svolta: da manager della moda, diventa atleta. Inizia a correre con le protesi in carbonio dal 2010, e dopo tre mesi è ai blocchi di partenza dei campionati italiani di atletica leggera. È la prima atleta italiana a correre con amputazione bilaterale e in 5 anni colleziona ben 11 titoli italiani, un record europeo nel 2012 e diversi record nazionali sui 60, 100 e 200 metri. Ingrediente comune, prima e dopo l'incidente, la determinazione: nel 2006 fondamentali sono il viaggio a Lourdes e l'incontro con l'Unitalsi di cui oggi è volontaria.

Nel 2007 torna a guidare l'auto e nel 2010 inizia a correre con le protesi in carbonio.«Ho tante gambe diverse, a seconda dell'uso», dice con una certa malizia. Sì, perché per Giusy Versace «invalido» non significa persona senza valore: «La mia esperienza ha un senso grandissimo. Io voglio raccontarla per esorcizzarla e perché sia da spunto per altri». Ha anche realizzato una Barbie che al posto delle gambe indossa due protesi come le sue, modello elegante-serale, di Swarovski: «Una donna non è menomata se subisce un'amputazione, tutte possono essere belle». Un cambio di mentalità che è possibile grazie alle nuove scoperte scientifiche, ma che parte dal considerare la sua amputazione «una nuova opportunità. L'ho capito a Lourdes dopo un momento di grande rabbia e scoraggiamento».

Cercare di diffondere la sua lettura positiva di un fatto fortemente negativo della vita, è oggi la sua missione: la disabilità non è una vergogna. Nel 2013 scrive la sua autobiografia Con la testa e con il cuore si va ovunque, diventata uno spettacolo teatrale. Lunedì debutta al Teatro Cagnoni di Vigevano la versione più curata e approfondita di quello che l'anno scorso era ancora un esperimento. Nel settembre 2014 entra fa parte del cast di concorrenti di programma tv Ballando sotto le stelle e vince in coppia con Raimondo Todaro.

Come se non bastasse il 28 maggio 2015 debutta nella conduzione del programma televisivo di Rete 4 Alive - La forza della vita con il biologo e naturalista Vincenzo Venuto. Dal 23 agosto conduce la Domenica Sportiva. La vitalità di Giusy Versace passa anche per il tentativo di rendere più semplice la possibilità di curarsi e avere agevolazioni per l'invalidità: «In Italia la mutua non copre la spesa degli ausili come quelli che porto io.

Una mia gamba costa 5mila euro». E nel 2011 ha fondato «Disabili No Limits Onlus» (www.disabilinolimits.org) che raccoglie fondi per restituire alle persone con disabilità una vita più autonoma e avvicinarli allo sport.

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