All'indomani del voto i coordinatori di Forza Italia in conferenza stampa riflettono su che cosa è andato e che cosa no. «In un Paese in cui anche alle amministrative si fatica a raggiungere il 50% degli elettori e dove all'ultimo referendum nazionale, nel 2015, per le trivellazioni in mare, andò a votare il 31% degli italiani, che un lombardo su 3 sia andato alle urne è un risultato molto importante» dice il capogruppo azzurro in consiglio regionale, Claudio Pedrazzini, convinto che Maroni debba trattare con i governatori di veneto, Luca Zaia, e Liguria, Giovanni Toti: «Se Lombardia Veneto e Liguria chiedono nove decimi delle materie, ci sarebbe più forza».
Il coordinatore cittadino di Forza Italia, Fabio Altitonante, sottolinea che «Milano è la più colpita dalla disaffezione, tanti sostengono di non crederci più, anche perché il Pd ha teso una trappola ai cittadini e anche Sala si è detto favorevole ma non ha votato. La Lombardia negli ultimi anni ha subito più di due miliardi di euro di tagli. È chiaro che servono meno burocrazia e meno tasse. Dobbiamo ripartire dall'istruzione».
Graziano Musella, commissario provinciale di Forza Italia, denuncia che la situazione dell'area metropolitana è particolarmente difficile: «Il governo ha rastrellato tutti i fondi poco prima del referendum dell'anno scorso.
Ci sono problemi di manutenzione delle strade e del trasporto pubblico e credo sia anche questo il motivo per cui nella provincia c'è stato un grido di dolore più forte con il voto, proprio a causa della minore disponibilità di servizi rispetto a Milano, dove l'affluenza è stata più bassa».Particolarmente soddisfatto Alessandro Sorte per la performance della Bergamasca: «Faremo una cena a Bergamo per festeggiare con Maroni».
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