In occasione dei cent'anni dalla fine del primo conflitto mondiale e in concomitanza con la mostra sul materiale storico conservato dall'ex presidente dell'Umanitaria Riccardo Bauer, i ragazzi dell'istituto Amedeo Avogadro di Torino, guidati dal regista Alessandro Rota, hanno girato un breve film, «La grande fabbrica della guerra» con la collaborazione del Museo del cinema. Giovani di oggi, rimproverati dal preside per la loro negligenza, vengono «magicamente» a contatto con i loro coetanei di un secolo prima attraverso l'innesco casuale di una macchina del tempo che improvvisamente riavvolge i decenni. Il confronto non ammette repliche. I ragazzi del '99 cercano di spiegare a quelli del terzo millennio in che cosa consisteva la vita di trincea. I sacrifici per restituire una patria a una nazione che si era ritrovata in guerra dopo un dibattito logorante. Una strage che il pontefice di allora definì «inutile» ma non bastò a evitarla. Due generazioni che scandiscono epoche opposte. Quella dei figli del patriottismo e quella dei nipoti di internet e del cellulare.
Ne esce un filmato amatoriale che tuttavia sintetizza in poco più di mezz'ora il singolare omaggio alla Grande Guerra dai giovani che, di quell'evento, non hanno ascoltato nemmeno i racconti di quelli che per loro sarebbero stati i bisnonni.SteG
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