I Pionieri della radio si rivedono al cinema. "Il futuro? Un festival"

Tra film e aperitivi convention di storici dj. Lazzari: "E adesso in piazza con i giovani"

I Pionieri della radio si rivedono al cinema. "Il futuro? Un festival"

Non è vero che non avevo niente, diceva Marylin Monroe, quando raccontava i suoi anni poveri e disperati, io avevo la radio... La radio madre di tutti i sogni, la radio che c'è anche se non si vede, la radio che ti segue ovunque tu sia: «La musica alla radio è la febbre di un sogno condiviso, un'allucinazione collettiva, un segreto tra milioni e un sussurro all'orecchio di tutto il paese». Parole e musica di Bruce Springsteen. Era ed è così.

La davano per morta la vecchia radio invece non è mai stata così in salute, adesso che il web, oltre che amplificare la vecchia modulazione di frequenza, porta ovunque nel mondo il segnale della radio on line. E i loro padri rivoluzionari, che attraverso un nuovo modo di ascoltare non solo la musica, hanno cambiato la storia del costume e del Paese, sono sempre sulla cresta dell'onda. Come dimostra Franco Lazzari, una vita da giovane pioniere passata tra Radio Studio 105 e Radio Peter Flowers e oggi storico della radiofonia, che quei fenomeni, i dj di ieri ma non solo, li ha richiamati in servizio in un progetto nuovo, non per nostalgia ma per scommettere sul futuro: Radio Fenomeni è una trasmissione su Radio 4 You e You4 tv sul web (www.radiofenomeni.it): ci sono podcast, foto, informazioni, schede di ogni ospite, la storia vissuta e raccontata dei protagonisti di un fenomeno che tra il 1975 e il 1995, terremotò l'Italia con epicentro Milano, la culla, tra i tanti, di Gerry Scotti e Fiorello, Amadeus e Jovanotti: «É un'antologia dei personaggi che hanno fatto la radio» spiega Lazzari, rientrato in un mondo che è stato suo dopo 18 anni di impegno altro nel mondo della comunicazione. Fino ad oggi, in due anni, i suoi ospiti sono stati 560 e tutti rigorosamente in studio. E stasera molti di quegli eroi si ritroveranno al Teatro Cinema Martinitt grazie all'idea di sposare il cinema con la radio di Franco Dassisti, giornalista, critico e conduttore de La rosa purpurea su Radio24, in una convention che precederà tra brindisi, sorrrisi e canzoni, la proiezione del film I love Radio Rock, cult per radio amatori ambientato a bordo di una radio privata inglese anni '60.

Ci saranno tra gli altri Fausto Terenzi, Teo Mangione, Patrizia Zani, Massimo Valli, Jonathan Tedesco, Pino Sarli, Paolo Simonotti, Fabio Santini ma la lista è lunga e a sorpresa. Costo serata (aperitivo incluso) 15 euro.

Lazzari sa di aver vissuto una stagione unica e irripetibile: «Siamo stati molto fortunati perché abbiamo cavalcato un'onda meravigliosa. Eravamo ragazzi alla ricerca di cose nuove, di opportunità, per cambiare la società e il nostro essere di quell'epoca: fu una grande ventata di libertà. E adesso vogliamo ridare vita all'entusiasmo radiofonico».

Non solo per nostalgia: «Non vivo di ricordi voglio far capire ai giovani di oggi che vivono di immagini che noi, ragazzi come loro, abbiamo costruito una strada che non esisteva con gioie e dolori con rinunce e volontà e che le cose migliori sono quelle che si sono sudate».

Lazzari che, confessa, «da piccolo volevo fare il missionario» crede alla vocazione sociale e pedagogica della radio e vive proprio come una missione la sua via: «Oggi tutti nell'euforia del web si mettono a fare radio ma fare radio non è improvvisarsi dj, devi avere professionalità, personalità, scuola. Molti non hanno nemmeno una cultura musicale».

Ma ha anche un sogno nel cassetto: «Un festival itinerante della radio. Mi piacerebbe una specie di Radio Rock ma sulla terraferma, una carovana di musica e vita vissuta che faccia tour nelle piazze d'Italia. Sarebbe una cosa magica». Sintonizzatevi sul futuro.

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