Incendio sui Navigli: fiamme partite da monopattino in carica

Dopo un lungo sopralluogo questa è attualmente l'ipotesi elaborata dagli investigatori: aperto un fascicolo per ipotesi di omicidio colposo contro ignoti

Incendio sui Navigli: fiamme partite da monopattino in carica

L'incendio esploso in zona Navigli a Milano, in cui hanno perso la vita i giovani fidanzati Rosita Capurso e Luca Manzin, sarebbe stato causato dalla batteria di un vecchio monopattino elettrico. Questa l'ipotesi investigativa da parte degli inquirenti dopo un lungo sopralluogo. La coppia è stata travolta dal fumo e dalle fiamme che hanno bloccato la loro unica via d'uscita. I rilievi sono stati effettuati dai tecnici del Nucleo investigativo antincendi dei vigili del fuoco di Milano. I carabinieri della Porta Magenta hanno invece interrogato testimoni e parenti delle due vittime.

Rogo in zona Navigli: aperto fascicolo di omicidio colposo contro ignoti

Il pm di turno, Gaetano Ruta, ha aperto un fascicolo di omicidio colposo contro ignoti. Al momento, nessuno è iscritto nel registro degli indagati, per il rogo avvenuto in zona Navigli. Si attendono i primi atti che dovrebbero giungere a breve in procura. Come si legge da La Stampa, l'ipotesi più probabile che può dare spiegazione all'origine del rogo riguarda la messa in carica di un vecchio monopattino elettrico da cui sarebbero partite le fiamme dopo un presumibile corto circuito. Rosita Capurso era una psicologa, mentre il suo compagno Luca Manzin un aspirante avvocato. L'autopsia sui due corpi è attesa per i prossimi giorni. È tuttavia quasi assodato che la causa del decesso sia da ricercare nell'ingente quantità di fumo inalata all'interno dell'appartamento in cui vivevano. Sui cadaveri sono state rinvenute ustioni, che tuttavia non sarebbero correlate alla morte dei due ragazzi.

Poco prima di morire, Rosita Capurso avrebbe tentato di spegnere le fiamme con una bacinella riempita d'acqua, rivenuta accanto al cadavere. Un'ipotesi convalidata dal fatto che il lavandino del bagno sia stato trovato aperto. Luca Manzin sarebbe morto inveve durante il sonno. Quando i vigili del fuoco hanno fatto irruzione nella casa con tanto di respiratori, lo hanno trovato disteso sul letto. Presenti anche gli operatori del 118 che hanno provato a rianimare i due giovani, ma senza successo.

Secondo quanto reso noto dalle prime indagini, l'incendio si sarebbe generato nella zona d'ingresso, ingolfata da scatoloni, attrezzi, abiti e resti di vernice: tutti elementi che hanno potuto contribuire all'alimentazione delle fiamme. Qui si trova anche il contatore elettrico ma, come precisato, il rogo si sarebbe sprigionato da un corto circuito partito dalla batteria di un vecchio monopattino.

Quasi più niente è rimasto del veicolo in questione, se non qualche misero resto liquefatto dal calore. Molto probabilmente, esso era stato messo in carica dalla coppia durante la notte, non potendo prevedere l'immane tragedia che si sarebbe consumata di lì a poco.

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