Intercettazioni in calo, ma costano 34 milioni

Siamo tutti spiati? Macché. A smontare l'ipotesi del «grande orecchio» è il procuratore Edmondo Bruti Liberati. I dati ufficiali vengono pubblicati nel bilancio 2012 della Procura. Un'operazione trasparenza voluta anche quaest'anno da Bruti, e che proprio alle intercettazioni dedica un ampio capitolo. In sintesi, i costi degli ascolti continuano a essere elevati, ma il taglio è netto e costante negli ultimi anni.
Premessa di Bruti. «Le intercettazioni sono uno strumento fondamentale di indagine». Tuttavia, una drastica razionalizzazione delle procedure ha permesso di limitarne l'uso senza pregiudicare l'esito delle inchieste. Cosa significa? Da un lato, che si è correttamente operato per limitare uno spreco. Dall'altro, che uno spreco (e un abuso) in passato c'è stato. Ad ogno modo, è crollato il numero dei cosiddetti «bersagli», diminuiti in 3 anni del 42%, alla faccia delle «teorie allarmistiche» (Bruti dixit) sulle captazioni a tappeto. Il numero delle utenze telefoniche-bersaglio (spesso ogni indagato ne ha più di una), è passato da oltre 14mila del 2009-2010 alle 8.246 del 2011-2012». Dati che «smentiscono nettamente le pur diffuse valutazioni allarmistiche sul numero di soggetti intercettati», chiosa Bruti.
Le intercettazioni, però, continuano ad assorbire gran parte delle spese di giustizia - ossia l'attività della Procura connessa alle attività di indagine, ai processi e alle esecuzioni delle sentenze -, sfiorando il 70% del totale. In termini assoluti, nel 2011 a Milano sono stati spesi 33,7 milioni di euro per gli ascolti telefonici e ambientali, e per il noleggio delle apparecchiature. Altri 13,8 milioni, invece, sono andati per le indennità dei Vpo (i magistrati onorari), per la custodia dei beni sottoposti a sequestro, e per le consulenze. Una voce, quest'ultima su cui Bruti vole intervenire attraverso un processo di razionalizzazione finalizzato al contenimento dei costi.
Infine, i costi di struttura. Si tratta delle spese di funzionamento, manutenzione, consumi e vigilanza dei cinque edifici (palazzo di Giustizia, piazza Umanitaria, via Ucelli di Nemi, via De Conti, via Daverio) in cui sono disclocate le sedi della Procura.

Si tratta di altri 3,8 milioni di euro che vangono anticipati dal Comune, rimborsato all'80% dal ministero della Giustizia. Ad ogni modo, il bilancio» della Procura si può considerare in «attivo». A fronte di 48 milioni di euro spesi, nel 2011 i pm hanno messo a sotto sequestro 120 milioni.

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