Un valore aggiunto alla cultura della fotografia italiana viene dalla ormai avviata collaborazione fra la Triennale di Milano e MuFoCo, il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo, che esce dai suoi spazi istituzionali per proporci un modo nuovo, più umanista, di considerare il paesaggio. La mostra, promossa dalla Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanea e Periferie urbane, e con la partecipazione di Geico, parte da una riflessione sull'abitare compiuta da nove giovani fotografi. I progetti esposti al Palazzo dell'Arte di viale Emilio Alemagna 6, sede appunto della Triennale, sono di Dario Bosio, Saverio Cantoni e Viola Castellano, Francesca Cirilli, Gloria Guglielmo e Marco Passaro, Rachele Maistrello, Tommaso Mori e Flavio Moriniello. La mostra, a cura di Matteo Balduzzi, rimarrà aperta fino al 9 settembre e chi la visita ha la possibilità di compiere un'indagine sociologica e antropologica nel vivere contemporaneo.
Sette storie inedite, raccontate da dentro e attraverso la visione di giovani autori under 35, ciascuna con linguaggi e stili molto diversi, che mostrano uno spiccato radicamento nei luoghi ripresi. Si è fatto uno sforzo di collegamento tra lo spazio geografico e la presenza umana che lo invade, fino ad abbracciare il tessuto sociale nel suo complesso. Ogni sguardo racconta una diversa sfumatura dell'abitare, da quanto di noi emerge durante una convivenza con sconosciuti in immobili trovati con il portale Airbnb, alla vita in una ex fabbrica di penicillina oggi occupata da più di 600 persone, alla vita in un minuscolo paese delle Marche in cui internet diventa estensione del privato, creando una sorta di collisione tra reale e virtuale.
Luoghi fisici o spazi della rete, tecnologie e immagini, corpo o idea, tutto si mescola e influenza il nostro vivere presente e futuro e tutto viene proposto utilizzando strategie visive che vanno dalla documentazione alla fiction, dall'arte pubblica all'applicazione dell'informatica alla grafica.
La collettiva nasce con la volontà di promuovere lo sviluppo della cultura fotografica contemporanea attraverso campagne di committenza pubblica, valorizzare giovani fotografi italiani, incrementare il patrimonio fotografico delle collezioni pubbliche e sottolineare il ruolo chiave della fotografia per testimoniare, indagare e comprendere le trasformazioni culturali, sociali ed economiche. «Gli artisti hanno operato animati da una forte tensione civile e sociale, spesso attraverso un profondo radicamento nei luoghi racconta il curatore Matteo Balduzzi - Con linguaggi e pratiche estremamente divergenti, che spaziano dalla fotografia documentaria all'immagine allestita, dall'attivismo proprio dell'arte pubblica all'applicazione di algoritmi, i progetti affrontano tematiche di grande attualità quali la condivisione abitativa, voluta o forzata, per ragioni di reddito o di mutua assistenza, la condizione di fragilità che caratterizza tanto le aree interne quanto situazioni di occupazione o autogestione, le interazioni tra tecnologia, immagine e corpo».
I lavori vincitori sono stati selezionati tra le oltre trecento candidature arrivate da tutta Italia dopo la call pubblica «Abitare» promossa nell'ottobre 2017 da MiBact (Ministero per i beni e le attività culturali) e valutate da un comitato scientifico composto da Fabio De Chirico, Dirigente della Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie urbane; Giovanna Calvenzi, Presidente del Museo di Fotografia Contemporanea; Matteo Balduzzi, curatore del Museo di Fotografia Contemporanea e del progetto; Stefano Mirti, fondatore di IdLab, progettista e curatore della mostra 999.
Una collezione di domande sull'abitare contemporaneo; Luigi Spedicato, sociologo all'Università del Salento e Milena Farina, ricercatrice in progettazione architettonica e urbana all'Università degli Studi Roma Tre (orari d'apertura: 10.30-20.30 da martedì a domenica, chiuso lunedì. Info: tel 02.724341).
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.