Maugeri, l'attacco dei pm «Processo per Formigoni»

Maugeri, l'attacco dei pm «Processo per Formigoni»

Corruzione e associazione per delinquere. Con queste accuse, la Procura ha chiesto ieri il rinvio a giudizio dell'ex governatore lombardo Roberto Formigoni - ora presidente della commissione Agricoltura al Senato - al termine dell'inchiesta sulla fondazione Maugeri. Assieme a Formigoni, rischiano il processo altri undici idagati. Tra questi anche l'ex direttore generale della sanità regionale Carlo Lucchina, l'ex segretario generale del Pirellone Nicola Maria Sanese, l'ex dirigente regionale Alessandra Massei, il faccendiere Pierangelo Daccò (già condannato con rito abbreviato a 10 anni di reclusione per il crac del San Raffaele), l'ex assessore regionale (correvano gli anni '90) Antonio Simone, sua moglie Carla Vites, e l'amico di lunga data nonché collaboratore di Formigoni Alberto Perego.
Secondo l'accusa formulata dal procuratore aggiunto Francesco Greco e dai pubblici ministeri Laura Pedio, Antonio Pastore e Gaetano Ruta, la Fondazione Maugeri avrebbe ottenuto negli anni presunti rimborsi indebiti per prestazioni sanitarie, per circa 200 milioni di euro, attraverso una quindicina di delibere ad hoc della giunta regionale. Parte di quei soldi, che la procura quantifica in 61 milioni di euro, sarebbero stati distratti dalle casse della Maugeri, tramite il faccendiere Daccò e l'ex assessore Simone. In cambio delle delibere, sostengono i pm, Formigoni sarebbe stato ripagato pescando a piene mani dai soldi distratti dalla Maugeri, con benefit di lusso per un valore di oltre 8 milioni di euro: viaggi, vacanze ai caraibi in resort esclusivi, tre yacht messi a disposizione dell'allora governatore, un maxi-sconto sull'acquisto di una villa in Sardegna, ma anche finanziamenti per cene e soggiorni al meeting di Cl e per finire anche 270mila euro in contanti.
Per gli investigatori, che avevano chiuso l'inchiesta a febbraio, Formigoni - ritenuto uno dei promotori di una «collaudata e stabile organizzazione» tra il 1997 e il 2011 - non avrebbe effettuato prelievi di denaro sui suoi conti. Il sospetto, dunque, era che avesse a disposizione contanti.
Le posizioni di Umberto Maugeri, ex presidente della fondazione, di Costantino Passerino, ex direttore amministrativo, e dei consulenti Gianfranco Mozzali e Claudio Massimo e dell'intermediari Sandro Fenyo sono state stralciate. Gli indagati, infatti, hanno presentato istanze di patteggiamento in corso di valutazione da parte dei pm. Il giudice per le indagini preliminari Vincenzo Tutinelli, invece, dovrà decidere su una richiesta di patteggiamento della Fondazione Maugeri che ha messo a disposizione ai fini della confisca beni immobili per circa 16 milioni di euro.


Alla notizia della richiesta di rinvio a giudizio, Formigoni replica con poche parole. «Bene - è il commento del neo-senatore -, così finalmente dovranno ascoltare anche la difesa». Toccherà al giudice per le udienze preliminari, ora, decidere se mandare a processo il Celeste.

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