"Mi accusano di essere nazista perché difendo i marò"

Il titolare di un bar di Milano multato per uno striscione a favore di Latorre e Girone: "Sono stato ingiustamente accusato dal Comune di ospitare un covo di nazifascisti"

"Mi accusano di essere nazista perché difendo i marò"

Accusato di nazifascismo solo per aver chiesto pubblicamente la liberazione dei marò Latorre e Girone: questa la calunnia che ha colpito Giacinto Carriero, titolare del bar "Cipe", nel quartiere milanese di Affori.

A giugno Carriero aveva esposto uno striscione, nella via dove si affaccia il "Cipe", con un messaggio molto chiaro indirizzato alle istituzioni: "Non siete in grado di garantire la sicurezza nel nostro Paese, figuriamoci se riuscirete a riportare i nostri marò a casa".

Per tre mesi nessuno ha avuto nulla da ridire, sino a che, l'8 settembre, al bar di Carriero si presenta la Polizia municipale con una multa di 412 euro per affissione abusiva e un esposto anonimo al Consiglio di zona in cui si sosteneva che il "Cipe" fosse frequentato da estremisti della destra extraparlamentare e arredato con cimeli di ispirazione nazifascista. Accusa, per quanto abbiamo potuto verificare, del tutto infondata: il bar è arredato semplicemente con vessilli tricolori e bandiere nerazzurre, testimoni della "fede" interista del proprietario.

"I vigili hanno controllato e hanno trovato solo dei tricolori, che purtroppo per tanta gente sono simboli del fascismo - ci spiega Carriero - Io mi sono presentato in Consiglio di zona chiedendo se dessi fastidio per le mie idee politiche. Ma mi sono rifiutato di pagare la multa e di togliere lo striscione". Che infatti è rimasto in bella mostra sino a fine settembre, due giorni dopo la festa del quartiere a cui ha preso parte anche il sindaco Pisapia: come aveva sempre promesso lo stesso titolare del "Cipe".

La vicenda, però, non si conclude qui: mentre Carriero promette di rispondere alle accuse per vie legali, il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha risposto in Parlamento a un'interrogazione di Ignazio Larussa, escludendo che il "Cipe" fosse frequentato da estremisti della destra extraparlamentare e negando che qualsiasi tipo di accertamento in questo senso fosse stato promosso dalla Questura milanese. La domanda, allora, sorge spontanea: perché tanta solerzia da parte del Comune? C'è forse dietro una divergenza di idee politiche?

Da allora il Comune di Milano non si è più fatto sentire, racconta Carriero, e dal Consiglio di zona hanno affermato di non essere al corrente di nulla, sostenendo che la cosa fosse partita dall'assessore alla sicurezza

del Comune Granelli. Dal "Cipe", però, non hanno intenzione di chiuderla qui: Carriero annuncia di aver già contattato un legale per l'annullamento della multa e valutare se ci sono gli estremi per eventuali altre azioni.

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