Milano città aperta, ma non in biblioteca

La cultura va in ferie, è la scelta giusta?

Non si può non sorridere, di fronte ai dibattiti su «modello Milano» e «welfare ambrosiano» e ai manifesti «Milano città aperta», quando chiudono le biblioteche. La Sormani riapre a fine mese. Quelle rionali, non bastasse l’orario dimezzato da giugno a ottobre (da giugno a ottobre!), con qualche eccezione vanno in ferie nella settimana di ferragosto. Ecco, il punto è proprio questo: può andare in ferie una biblioteca? Può chiudere la cultura?
Faceva tenerezza, venerdì, vedere due ragazze davanti al cartello «chiuso per ferie» all’ingresso della biblioteca del parco Sempione. Non la conoscete? È una piccola oasi, un gioiellino dell’architettura modernista con una grande veranda nel verde. Siamo certi che, fosse stata a Vienna o a Madrid, sarebbe sulle guide turistiche. Quelle due ragazze sconsolate avrebbero preso un libro, visto un film o semplicemente inviato una email grazie al collegamento internet gratuito.
La decimazione estiva delle biblioteche - ci spiegano - è dovuta all’assenza di personale. Gli impiegati vanno in ferie, le saracinesche si abbassano. Come per i negozi.

Anche i medici vanno in ferie, eppure gli ospedali non chiudono. Nemmeno i giornalisti rinunciano alle vacanze, ma i quotidiani escono a Ferragosto. Se non chiudono la salute e l’informazione, perché può chiudere la cultura?

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