Milano, il comune fa rimuovere la bandiera di Salò dal cimitero della Rsi

La decisione arriva dopo la richiesta dell'associazione dei partigiani. Fratelli d'Italia non ci sta: "Fuori tempo e irrispettoso"

Un'immagine del Campo X del cimitero Maggiore di Milano (dal sito ilcampox.blogspot.it)
Un'immagine del Campo X del cimitero Maggiore di Milano (dal sito ilcampox.blogspot.it)

I morti di Salò continuano a dividere anche a distanza di settant'anni. Nel Cimitero Maggiore di Milano il Comune ha deciso di far rimuovere la bandiera della Repubblica Sociale Italiana dal campo X, dove nel dopoguerra vennero sepolti 1432 militari e civili fascisti caduti in battaglia o uccisi subito dopo il 25 aprile. La bandiera con l'aquila e il fascio littorio è stata rimossa in base alla Legge Mancino, che punisce l'utilizzo di simboli collegabili al fascismo, e sostituita con il Tricolore nazionale: la sostituzione è avvenuta su richiesta dell'Associazione Nazionale Partigiani, che ha inoltrato una petizione in tal senso al consiglio di zona 8, dove si trova il cimitero.

Il presidente di zona, Simone Zambelli, di Sel, ha dichiarato a proposito: "Quella bandiera era una vergogna e ammainarla era un atto dovuto. Rappresentava la deportazione degli ebrei, la collaborazione dei fascisti ai crimini di guerra perpetrati dai nazisti a danno della popolazione civile italiana e la fucilazione di tanti connazionali che lottavano per la libertà." Una spiegazione che ha suscitato le ire del centrodestra: "L'intervento del Comune è fuori dal tempo e contraddice una prassi consolidata delle amministrazioni comunali del passato.

Sindaci partigiani combattenti, come Antonio Greppi e Aldo Aniasi, mai avrebbero tollerato un gesto simile, rispettosi com'erano della memoria dei vinti", replica Riccardo De Corato, ex vicesindaco ed esponente di Fratelli d'Italia.

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