Milano, l'ennesimo rogo tossico: la discarica di via Chiasserini continua a bruciare

A Milano un altro incendio: nei capannoni di via Chiasserini i rifiuti continuano a bruciare. E i residenti si lamentano del degrado della zona: "Ce lo aspettavamo"

Milano, l'ennesimo rogo tossico: la discarica di via Chiasserini continua a bruciare

In via Chiasserini sono tutti tappati in casa: finestre chiuse e tapparelle abbassate. L’odore è forte, pungente e acre: rimanere all’aperto, senza mascherina, è tutto fuorché gradevole. "Quando la plastica brucia produce sostanze inquinanti e tossiche come la diossina: come si fa a stare tranquilli?", si sfoga un signore uscito di casa per pochi minuti per portare fuori il cane. Difficile dargli torto, l’aria è irrespirabile. Lì, al confine tra la Bovisasca e Quarto Oggiaro, c’è una discarica che si occupa di stoccaggio di rifiuti e lavorazione inerti. Fino a qualche mese fa i capannoni facevano capo alla Ips Srl, che poi li ha ceduti alla Ipb Italia, azienda che però non aveva ancora ottenuto le autorizzazioni per operare il trattamento dell’immondizia. Insomma, tutta quella spazzatura, lì, non doveva proprio esserci. Però c’era e ora sta bruciando. La scorsa settimana, infatti, un sopralluogo della polizia municipale aveva constatato che in quei magazzini erano stati illecitamente accatastati ben 16mila metri cubi di eco-balle. Ipb Italia Srl è chiamata ora a dare spiegazioni.

Mappa fumo incendio Milano

L’incendio della discarica di via Chiasserini

Il rogo di probabile origine dolosa è stato appiccato da ignoti nella serata di domenica, attorno alle 20:30 e ancora oggi i vigili del fuoco sono al lavoro per domare le fiamme: ci vorranno ancora diverse ore e il via vai di mezzi e pompieri è continuo. Il comune di Milano, per bocca del sindaco Sala, cerca di tranquillizzare i cittadini dicendo che quella nube di fumo non è tossica e dannosa per la salute. Ma quei pochi residenti che incontriamo per strada o che ci rispondono al citofono ci credono ben poco: "Ci possono anche dire che non è stato riscontrato niente di dannoso per la salute, per il momento, ma la puzza che sentiamo e che ci si attacca addosso parla da sé…". (Guarda il video)

E ad appena cinque chilometri di distanza, nella vicina Novate Milanese, nella notte tra domenica e lunedì è bruciata anche la ditta Ri.eco, che lavora plastica e carta: fu colpita anche tre anni fa. Si tratta dei casi numero 17 e 18 in Lombardia nel 2018; nel 2017 erano stati 21 i depositi dati alle fiamme. Il caso più eclatante quello di Pavia a inizio anno: qui, a Corteolona-Genzone, è stato incendiato con dolo un capannone dismesso, trasformato in discarica abusiva; dopo mesi di indagini i carabinieri hanno arrestato sei persone – cinque italiani e un romeno - per il reato di incendio doloso, gestione illecita di rifiuti e attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti. Un quadro allarmante e numeri preoccupanti che hanno portato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa a parlare di "Terra dei fuochi" lombarda, paragonandola alla drammatica situazione in Campania, tra Napoli e Caserta, dove i roghi - all’ordine del giorno – hanno fatto ammalare e hanno ucciso tanti innocenti.

La rabbia dei residenti

"Ci sentiamo abbandonati, da anni. Queste è una zona difficile, siamo lasciati a noi stessi. C’è tanto degrado, siamo isolati, e purtroppo non ci sorprende quello che è successo" ci dice una signora. "Mi fa rabbia che nessuno ci abbia avvisati venendo qui di persona. Ho sentito alla televisione che era bene tenere le finestre chiuse in via precauzionale. Ma qui, ripeto, non si è vista anima viva: nessuno si è premurato di venirci a spiegare le cose a quattro occhi", ci racconta un altro signore. E poi un lapidario residente di passaggio aggiunge: "I fulmini non cadono mai a ciel sereno". Al momento l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente ha escluso criticità sul fronte della qualità dell’aria, ma i dati certi arriveranno giovedì, quando i tecnici dell’Arpa dirameranno la prima relazione ufficiale.

Le lamentele sono giunte da quasi tutta Milano, visto che il vento ha portato la nube e il suo puzzo verso altri quartieri della città: San Siro, Sempione, ex Fiera, Washington e Solari.

Si attende ora la relazione dell’Arpa e che l’indagine avviata dagli inquirenti individui, al più presto, i responsabili di questi roghi.

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