"La corsa ai supermercati è ingiustificata. L'industria alimentare italiana sarebbe in grado di aumentare la produzione". Nonostante le recenti rassicurazioni di Federalimentare, anche nella mattinata di oggi - sabato 21 marzo - si è verificato l'assalto ai punti vendita già ben prima dell'orario di apertura. Soprattutto a Milano le persone hanno iniziato a mettersi in fila in attesa del proprio turno a partire dalle ore 6:30. All'Esselunga di via Fuché, una delle più note, la coda si è praticamente snodata per l'intero isolato. La società operante nella grande distribuzione - che ha ridotto di poco gli orari - ha annunciato ingressi prioritari per medici, infermieri e volontari in aiuto di anziani e famiglie in difficoltà: per loro è stata riservata una cassa per velocizzare le operazioni di pagamento. Anche a Palermo si è verificata la medesima situazione di caos: centinaia di clienti sono in fila in vista della chiusura dei supermercati prevista per domani, come stabilito dall'ordinanza del governatore Nello Musumeci.
Su Twitter circolano molte foto per immortalare il momento. "Esselunga Rubattino: ore 9:24, più di 500 persone in tre file concentriche per entrare. Ridurre gli orari è un colpo di genio", scrive un utente. In molti hanno infatti criticato tale decisione: "Anche secondo me i supermercati dovrebbero essere aperti a orario pieno. Esselunga ha però già inviato un messaggio con riduzione di orario e la domenica chiuderà alle 13. Mi sfugge il perché di questa decisione". Ma c'è chi si è scagliato anche contro i cittadini: "Un mio amico lavora in Esselunga, e dice che vede le stesse facce almeno 2/3 volte alla settimana. Io mi chiedo, possibile che in questo momento non si riesca a fare un spesa che duri una settimana o 4 giorni?".
Vado a far la spesa alle 8 di mattina, chi vuoi che ci sia... #Esselunga #MilanoVirus pic.twitter.com/LInEKAlZNF
— Francesco Marinetti (@questoequello) March 21, 2020
Orari ridotti nei supermercati?
Intanto è forte la divisione sul tema della riduzione di orario nei supermercati: i sindacati - trovando d'accordo anche le catene di piccola e grande distribuzione - hanno chiesto di limitare i tempi di apertura. Un'ipotesi sarebbe quella di massimo 12 ore nei giorni feriali, per poi chiudere domenica e festivi. In gioco vi è la salute di un milione di lavoratori, provati da turni estenuanti ed eccezionali. Ma il presidente del Consiglio Giuseppe Conte per il momento preferisce lasciare tutto aperto poiché una stretta potrebbe provocare un peggioramento degli affollamenti.
Stefano Franzoni ha criticato il premier, da cui si aspettava una risposta chiara mentre sono arrivate solamente "indiscrezioni di apertura nel weekend poi smentite che però hanno alimentato isterismi e confusione".
Il segretario UilTucs vorrebbe una soluzione di equilibrio: "No a riduzioni drastiche di orario per non alimentare gli assalti, ma neanche il caos attuale. I dipendente in servizio stanno lavorando da due settimane 7 giorni su 7. Hanno bisogno di riposare la testa, c'è una tensione pazzesca".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.