"Milano non è Far West. Dico no a leggerezze da parte della sinistra"

Il capogruppo Pd, Filippo Barberis, difende la giunta Sala e avverte: "Non esiste che ci sia una sottovalutazione"

"Milano non è Far West. Dico no a leggerezze da parte della sinistra"

Filippo Barberis, capogruppo comunale del Pd, possiamo ammettere che a Milano sta succedendo qualcosa in queste settimane?

«Quello che noi diciamo è che c'è una criticità legata soprattutto al mondo giovanile, che richiede un'attenzione particolare. Se il totale dei reati risulta in calo, anche lievi incrementi come quelli che stiamo fotografando su giovani e movida richiedono un'attenzione specifica».

Quindi cosa si fa?

«Noi siano determinati e già ci stiamo muovendo, per un aumento degli agenti che garantisca una presenza maggiore e più capillare, soprattutto dove si ripetono le violenze. Accanto a questo, stiamo lavorando sulla sorveglianza, con un investimento importante: 52 nuove telecamere entro aprile, per superare le 2mila totali. Abbiamo già investito 3 milioni per cambiarne 350, due su tre fra quelle più obsolete, con l'intenzione di investire altre risorse per rinnovarle tutte. Poi c'è un altro pezzo di lavoro».

Quale?

«Politiche sociali, prevenzione e formazione, contrasto dell'emergenza educativa, educatori nei quartieri. Un lavoro meno visibile ma essenziale».

C'è un problema sicurezza? O la situazione è fisiologica come suggerirebbero i dati che evocava?

«Parliamo di dati perché consentono, al netto della percezione, di fotografare le criticità su cui intervenire. Ovvio che una città come Milano ha e avrà sempre problemi di sicurezza, si tratta di affinare gli strumenti di repressione e controllo. Quando parlo di gang è perché è su quello che stiamo concentrando l'attenzione, ciò non toglie che tutta la situazione sia oggetto di riflessione e attenzione costante. Non esiste che passi un messaggio di leggerezza della giunta di centrosinistra».

Nel senso che non deve esserci leggerezza e sottovalutazione, o nel senso che non c'è mai stata finora?

«Noi non inseguiamo fatti di cronaca o un'opposizione urlata che dipinge la città come un far west. Questa è una caricatura che non aiuta nessuno. Noi guardiamo in faccia la realtà, anche un disagio che il lockdown ha aumentato nel mondo giovanile».

Non c'è stata sottovalutazione del tema sicurezza?

«La non-sottovalutazione è legata al fatto che queste risposte che ho citato non nascono in seguito a fatti di cronaca ma hanno avuto una genesi negli anni scorsi. Se mi chiede se sono soddisfatto della attuale efficacia le dico che voglio continuare a migliorare».

Rivendicate la scelta di fare a meno dei militari nelle pattuglie miste di «Strade sicure»?

«Non c'è un approccio ideologico ma la consapevolezza molto pragmatica che i militari non possono intervenire come i vigili o le forze di polizia. Non vogliamo che, lato governo, si sopperisca con un personale, come quello militare, che per natura non è in grado di intervenire con la dovuta efficacia in questo contesti, nel dare risposte a questa emergenza, a questo tema».

L'emergenza dunque c'è?

«Come ho detto prima, tutto quello che rileviamo, anche insieme alla prefettura, non ci porta a parlare di emergenza. Parlare di emergenza è un'esasperazione di alcune criticità che sono presenti in tutte le grandi città. Distinguere bene significa essere più lucidi quando si tratta di dare risposte».

La sinistra di cui fa parte anche lei considera «di destra» la sicurezza?

«La sicurezza è un diritto, non è questione di destra o sinistra. Si possono avere approcci culturali diversi. Loro sono molto concentrati sulla repressione, noi cerchiamo politiche con un respiro più ampio».

Nei fatti di Capodanno a Milano c'è un problema anche culturale legato all'immigrazione?

«Ribalterei il ragionamento. Dove ci sono questioni che possono interessare questi giovani, di origine straniera, serve affrontarli anche con le comunità, cioè insieme alla stragrande maggioranza di coloro che lavorano e rispettano le regole. È una ricchezza, questa. Nei dati sulla violenza di genere, poi, si vede che i numeri sono straordinariamente importanti sugli italiani e nelle mura domestiche».

Il centrodestra chiede le dimissioni dell'assessore Granelli.

«Facile prendersela col sindaco o con l'assessore per problemi che sono molto più grandi dell'amministrazione

stessa. Una parte politica strumentalizza senza scrupoli tutto ciò, noi riconosciamo la necessità di lavorare con altri livelli istituzionali. Il Comune non deve sottrarsi ma non ha responsabilità dirette in tutto questo».

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