Ormai è questione di giorni, anche a Milano, nonostante si trovi in zona rossa, le scuole fino alla prima media riapriranno subito dopo la Pasqua. Sarebbe questa l’intenzione del governo, proprio come era stato annunciato dal premier Mario Draghi. Intanto, gli scienziati stanno ancora discutendo quale impatto abbia la riapertura delle scuole sulla diffusione del virus. Una cosa è ormai certa: dopo le festività pasquali alunni e insegnanti torneranno in classe, indipendentemente dall’andamento della curva epidemiologica. Non mancheranno però nuove regole a cui attenersi.
Come riportato dal Corriere, lo scorso 25 marzo l’Ats di Milano ha scritto ai vari dirigenti scolastici proprio per dare notizia delle nuove indicazioni anti-Contagio stabilite dalla Regione Lombardia. Se un soggetto risulterà positivo, si andranno a ricercare i contatti stretti che questi ha avuto due giorni prima del tampone o all’inizio dei sintomi. Verranno quindi prese in considerazione tutte le persone che hanno avuto contatti con il malato durante questo lasso di tempo. Arco temporale che varierà nel caso in cui il soggetto risulti contagiato da una variante del Covid. In questo caso si parla di 14 giorni. I contatti stretti dovranno rimanere in quarantena per due settimane, che avranno inizio dall’ultimo incontro con la persona affetta dal virus. Alla fine del periodo di quarantena, l’Ats proporrà un tampone. Non sarà comunque più possibile finire la quarantena dopo soli 10 giorni, neppure se vi sarà un tampone con risultato negativo. Nel caso di contagio da variante, l’Ats proporrà un tampone molecolare al posto di quello rapido.
Cosa succede se un alunno è positivo
Nel momento in cui un alunno della scuola primaria o secondaria dovesse risultare positivo, tutti i suoi compagni di classe verranno considerati come contatti stretti. Discorso diverso per i docenti, a patto che abbiano seguito tutte le misure anti-Covid. Questi verranno solo sottoposti a tampone molecolare. E, finché non si avrà il risultato del test, continueranno comunque a svolgere il loro lavoro. Per gli insegnanti i tamponi potranno essere eseguiti senza appuntamento in uno dei centri tampone dedicati, con la compilazione dell’apposito modulo. Quarantena degli alunni e degli educatori della bolla nel caso vi siano persone positive nei nidi o nelle scuole dell’infanzia.
Cosa succede se un docente è positivo
In questo caso tutti i suoi alunni saranno considerati contatti. Se risulterà positivo anche un altro insegnante delle stesse classi del primo docente contagiato, o se vi è una variante del virus, tutti i docenti verranno considerati come contatti stretti e dovranno porsi in quarantena.
Ritorno in classe dopo la malattia
Il positivo potrà fare ritorno in classe solo una volta guarito con attestazione del medico. Dopo 14 giorni potranno rientrare anche i contatti, purché senza sintomi. Se viene effettuato il tampone, sarà necessaria l’attestazione del medico curante. Senza tampone non servirà nessun documento.
Chiusura di tutta la scuola
Come previsto dall’Ats, si avrà la facoltà di decidere se chiudere del tutto la struttura scolastica nel momento in cui il 30% delle classi venga coinvolto da almeno un caso. In questo frangente si potrà valutare di passare alla didattica a distanza per l’intera scuola e uno screening di massa. Se la percentuale riguarderà invece il 50% delle classi totali, la dad sarà obbligatoria, con quarantena per tutti i docenti e gli alunni. Ats potrà valutare uno screening completo che non sostituirà il tampone alla fine della quarantena.
Seconde e terze medie
Come abbiamo detto in precedenza, il governo sta lavorando per riportare a scuola gli alunni fino alla prima media, anche in scuole che si trovano in zona rossa.
Anci Lombardia ha scritto però una lettera indirizzata sia al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi che al governatore della Lombardia Attilio Fontana per chiedere il rientro a scuola in presenza in zona rossa anche degli alunni frequentanti la seconda e la terza media.Segui già la pagina di Milano de ilGiornale.it?
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