"Ti conviene andare via. Loro non vogliono parlare. Vai via". Con lo sguardo torvo lo straniero scende le scale dei giardinetti. Vicino a lui bivaccano da giorni profughi, clandestini e famiglie di migranti. Non vuole, pare, che si documenti il degrado che avvolge Milano. E non è l'unico: alcuni immigrati si coprono il volto, altri si allontanano. Lui, invece, preferisce le minacce.
Porta Venezia. Sono passate da poco le otto di sera di martedì quando i volontari del progetto Arca arrivano per portare il cibo a chi ha trasformato il parco in un campo profughi all'aperto. Ci avviciniamo per raccontare la situazione dei clandestini accampati sul prato, tra gli alberi trasformati in armadi di fortuna e i pacchi di vestiti appesi sui rami. Nessuno (o quasi) sembra voler parlare. Dall'alto scende un uomo sulla cinquantina, si avvicina alla telecamera, urla, bestemmia. Poi passa alle minacce: "Forse non hai capito. Ti conviene andare via o te la strappo quella telecamera". Siamo costretti a indietreggiare (guarda il video).
A Porta Venezia polizia e carabinieri, dopo le segnalazioni dei residenti, per due giorni di fila hanno realizzato blitz ripetuti così da alleggerire il peso dei bivacchi ai giardinetti. Il primo martedì, con 7 clandestini segnalati in questura. Il secondo ieri, visto che - come una ruota che gira - i migranti erano tornati ad accamparsi sotto gli alberi di viale Vittorio Veneto. E forse succederà di nuovo se il Comune continuerà a scaricare sul governo tutte responsabilità, senza cercare una soluzione.
La maggior parte di chi arriva per occupare Porta Venezia è irregolare: sono i cosiddetti transitanti provenienti da diversi paesi dell'Africa. Sono sbarcati sulle coste siciliane, hanno attraversato tutta l'Italia per arrivare a Milano nella speranza di proseguire il viaggio verso il Nord Europa. La città meneghina dovrebbe accoglierli solo pochi giorni prima di raggiungere la Svizzera e la Germania. E invece finisce col trasformarsi nella loro casa (a cielo aperto).
Come naturale che sia, il bivacco diventa così motivo di forti tensioni. La situazione può degenerare da un momento all'altro e i residenti lo sanno. Martedì sera tutto appariva tranquillo, poi all'improvviso è scoppiata una violenta rissa. Due immigrati discutono per futili motivi, altri si frappongono tra loro. La lite si trasforma in breve tempo in colluttazione: volano urla, calci, pugni. Qualcuno muove una transenna nella mischia. Due gruppi di stranieri si fronteggiano di fronte ai bambini indifesi. "Smettetela, basta", grida un cittadino dal bar lì di fronte. Una madre prende il suo piccolo in braccio mentre gli altri corrono a salvare il poco che gli è rimasto. È la babele di Porta Venezia. Una scena all'ordine del giorno, raccontano i passanti, che scaturisce dal degrado in cui si trovano gli stranieri (guarda il video).
L'intervento di ieri delle forze dell'ordine ha riportato un po' di serenità. "Questi blitz sono importantissimi, soprattutto se ripetuti", fa notare Silvia Sardone.
"Se accompagnati da relative espulsioni possono essere un adeguato deterrente per chi pensa di usare le aiuole della città come area per dormire e fare i propri bisogni. L'importante è continuare così, con allontanamenti e rimpatri". Altrimenti domani tutto tornerà come prima.2. Continua
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