Milano è tornata in pista. Da ieri hanno riaperto le discoteche e il titolare dell'Old Fashion Roberto Cominardi, che è anche presidente del Silb Milano (sindacato italiano dei locali da ballo), per la fine dei balli proibiti per decreto ha scelto l'ultimo verso dell'Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri: «E quindi uscimmo a riveder le stelle». Dopo la pandemia «e i continui stop & go che ha provocato alla nostra attività - sottolinea - ci è sembrata la frase più adatta a rispecchiare la speranza che questa volta l'apertura sia quella definitiva, ci avevamo creduto anche l'11 ottobre ma siamo stati fermi per altri quattro mesi. E siamo ancora in un Purgatorio, restano tante limitazioni e regole».
Mascherine obbligatorie non in pista ma nelle aree di passaggio o ai bagni, obbligo di green pass rafforzato e - soprattutto - capienza ancora limitata al 50% all'interno (fino al 75% all'esterno). Per le discoteche la pandemia «è stata un terremoto che ha sconvolto la categoria, molti non sono riusciti a sopravvivere, sono rimaste le insegne ma sono cambiate le proprietà - spiega Cominardi -. Ora abbiamo bisogno che gli stop & go finiscano, anche per riorganizzare lo staff, abbiamo investito per anni in formazione ma tanti dipendenti storici hanno cambiato lavoro dopo una cassa integrazione lunghissima, facciamo fatica a trovare personale». Come consolazione, l'assenza prolungata dei locali notturni è servita a prendersi una rivincita «morale». «Quando c'erano sempre bastava una rissa all'interno per finire alla gogna - sottolinea -, ci sono voluti due anni di chiusura per far capire alla gente che le disco non vanno solo tollerate, hanno un compito di presidio notturno».
Dopo le violenze di capodanno in Duomo e l'escalation di risse il sindaco Beppe Sala aveva sollevato dubbi sulla chiusura prolungata di disco e live club, «non è che poi i ragazzi stanno in casa, ed è molto difficile continuare a gestire questa situazione». Anche l'assessore alla Casa Pierfrancesco Maran ieri ha festeggiato la riapertura come «un'ottima notizia per tanti ragazzi e perché questo può migliorare anche la capacità di presidio nel resto della città. A Milano ospitano circa 50mila persone a notte, in larga parte si sono sommate in questi mesi a quelle che fanno serata all'aperto. Per gestire nei locali quelle persone sono impegnati nella sicurezza oltre 500 addetti, un numero superiore rispetto alle forze dell'ordine attive di notte in città. Non sarà la soluzione ai problemi dell'ordine pubblico, ma riportare parte del divertimento in luoghi organizzati e presidiati è un bene per tutta la comunità».
E Cominardi conferma che c'è stata «a lungo la tendenza a confondere il contenitore con il problema giovanile. Siamo un ambiente di ricreazione, se non vanno in disco i ragazzi si mettono ad esempio a fare le flessioni davanti ai tram», giorni fa una baby gang ha bloccato un mezzo. «Noi - ribadisce - ci prendiamo l'onere e onere di ospitarli nei locali. Il 99% delle risse scatta per futile motivo, vuol dire che è imprevedibile, dettata dalla stupidità. Se avviene in un locale il buttafuori interviene sul momento e calma gli animi. In strada, se non è presente la polizia, dal futile motivo può degenerare in qualcosa di molto grave».
Alberto Baldaccini, socio dell'Hollywood, del The Club e del Just Cavalli, spiegava ieri che le prenotazioni tavoli erano già a un ottimo punto, «nell'immaginario collettivo si aspettava molto questa data», ma «ci aspettavamo il via libera ai balli in pista molto prima, siamo stati tartassati, la situazione è stata molto pesante e ci aspettiamo che la ripresa sia altrettanto veloce, con l'eliminazione delle ultime restrizioni. Anche le regole sulle mascherine sono incongruenti, non servono per ballare ma negli altri spazi sì.
E ci auguriamo che i sostegni del governo arrivino velocemente e siano congrui al danno che ci è stato generato, non poche migliaia di euro che sono ininfluenti per strutture come queste». Conferma che «trovare personale è diventato difficilissimo, chiunque è terrorizzato di iniziare un'attività in questo settore».
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