Non voleva essere accusata di tradimento e per questo ha rotto il silenzio che aleggiava sulla sua possibile candidatura al Pirellone. «Non poteva più tacere. Per mesi ha mantenuto un certo aplomb, rispondendo a mezza bocca sulle regionali», racconta chi ha avuto modo di sentire Letizia Moratti negli ultimi giorni. La vicepresidente lombarda non ha gradito alcune dichiarazioni degli alleati dopo l'endorsement di Carlo Calenda, che l'aveva indicata come il profilo ideale per un terzo polo qualora il centrosinistra non avesse puntato sull'economista Carlo Cottarelli o si fosse scelto un nome «troppo spostato a sinistra». In primis quelle di Matteo Salvini, che incalzato dai cronisti aveva più volte sottolineato come «sarebbe curioso» che la vice di Attilio Fontana si candidasse contro il suo presidente.
Con le parole rilasciate ieri a Radio Lombardia Moratti ha voluto da un lato confermare la sua lealtà al centrodestra e dall'altro ribadire di aver dato disponibilità a candidarsi da mesi, subito dopo la partita che l'aveva vista coinvolta a inizio anno per il Quirinale. In quel caso aveva chiarito agli alleati che non c'era nessuna volontà di ragionare al di fuori del perimetro della coalizione. Un fastidio che secondo i collaboratori di Moratti nasce dal fatto che quando era arrivata in Lombardia con il rimpasto di giunta del 2021, le era stato assicurato che avrebbe corso come governatrice e che lo stesso Fontana non si sarebbe ricandidato. Prima sedotta e poi abbandonata. Ma erano altri tempi e il bis di Fontana sembrava poco probabile. La chiusura del caso Camici con tanto di proscioglimento dalle accuse, e la ripresa economica della Regione, hanno rafforzato la sua figura resa ancora più credibile dai sondaggi interni al centrodestra che lo rivedrebbero vincente con un'ampia forbice di vantaggio. A blindare il governatore ci ha pensato ancora una volta Matteo Salvini: «Moratti è un assessore di centrodestra, di una giunta di centrodestra, con un governatore di centrodestra» ha detto da Rapallo, sottolineando che «in Lombardia se il governatore deciderà di ricandidarsi avrà l'appoggio delle Lega».
Anche dal Pirellone trapela una certa insoddisfazione per quella che viene considerata «un'imprudente e inopportuna fuga in avanti» di Moratti a ridosso dei ballottaggi.
«L'altro ieri si sfoga un fedelissimo di Fontana mentre il presidente lavorava sulla siccità con la protezione civile e i gestori lei era in radio a occuparsi di sé stessa». Negli ultimi mesi Moratti non si era sbilanciata in attesa di scoprire le intenzioni del governatore. Adesso però chiede a gran voce un tavolo di coalizione per chiarire una volta per tutte la situazione. Fontana non ha apprezzato le sue parole, specie perché «l'unico vero valore da tutelare è l'unità del centrodestra - aveva ribadito qualche giorno fa da Bruxelles io ho dato la mia disponibilità e non posso far altro che aspettare che la coalizione si incontri e ne parli». Chi lo conosce da vicino assicura che il governatore sarebbe stato più contento se Moratti avesse esplicitato con lui le sue ambizioni, visto che formalmente non avrebbero mai affrontato l'argomento. Tra gli alleati si registra una certa freddezza sul profilo della vicepresidente. A microfoni spenti in molti le rinfacciano di giocare poco di squadra. «Con lei al governo è il mantra ricorrente si rischia il commissariamento dei partiti». La commissaria regionale di Forza Italia, Licia Ronzulli, invita tutti ad aspettare la chiusura della tornata elettorale: «Non sono cose di cui si parla quando c'è un ballottaggio. Attendiamo i risultati, poi gli alleati si incontreranno e troveranno sicuramente una soluzione».
Secondo la coordinatrice di Fratelli d'Italia Daniela Santanchè «lo schema è lineare: abbiamo sempre rispettato la regola degli uscenti da persone leali ha concluso poi se Salvini ha problemi con Moratti o le ha promesso qualcosa ne parlerà con la diretta interessata».
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