Nei corridoi del liceo sigarette vietate Anche se elettroniche

Nei corridoi del liceo sigarette vietate Anche se elettroniche

Sigaretta elettronica bandita dal liceo Berchet. È di un paio di settimane fa la circolare firmata dal preside Innocente Pessina che vieta l'utilizzo nei locali della scuola non più solo delle normali sigarette ma anche dell'ultima nata, la modaiola elettronica.
Poco importa se ormai il boom ha «schiavizzato» giovani e meno giovani. Poco importa se viene strombazzata la sua pressoché totale innocuità. Per il preside del liceo classico Berchet sono due i validi motivi che lo hanno convinto a metterla al bando: prima di tutto il dubbio che ancora esiste sul fatto che non sia nociva. E poi (secondo ma non meno importante) la certezza che esiste una «ragione educativa». «Facciamo fatica a insegnare i comportamenti corretti - chiosa convinto il preside Pessina - Mi pare che gli insegnanti che fumano in classe o nei corridoi siano un cattivo esempio non tollerabile». Anche se il fumo è quello azzurrognolo del dispositivo elettronico e la lucina che si accende all'estremità della sigaretta sia solo un led rosso che simula la combustione della nicotina. La decisione è scattata qualche settimana fa. E a dare la scintilla è stata la risposta di un ragazzo che, ripreso perché fumava la sigaretta incriminata, ha risposto: «Se lo fanno gli insegnanti lo posso fare anch'io». Impossibile dargli torto. Qualche giorno dopo è partita la circolare indirizzata a tutte le «componenti scolastiche». Il monito del preside dunque è chiaro che si rivolge ai ragazzi ma è altrettanto chiaro che vuole richiamare al loro ruolo educativo gli insegnanti. Sottolineando che il loro comportamento a scuola non è secondario. Tutt'altro. «È prima di tutto un segnale forte al mondo adulto», puntualizza senza mezzi termini il preside. Le prime sigarette elettroniche infatti a scuola non sono entrate con gli studenti, ma con i docenti che si aggiravano per i corridoi (dove appunto sono vietate le tradizionali «bionde») fumando il nuovo dispositivo colorato. «Mi hanno detto che non era nicotina e che non facevano male», racconta Pessina. E con questo il discorso pareva morto lì.
Al Berchet da anni a scuola è vietato fumare. Per evitare che i bagni siano invasi da fumatori e che quindi chi non fuma si debba sorbire il fumo passivo, il preside ha scelto la «terapia del minor danno». Ovvero: fumo permesso ma solo in cortile. Ci sono persino i portacenere come «segno di civiltà». «Ho cercato la mediazione, perché si può anche vietare ma poi bisogna anche far rispettare il divieto. E nei bagni è difficile riuscire a controllare. Ho scelto un punto di equlibrio - spiega il preside - Uno ha tutto il diritto di farsi del male ma non di farlo ad altri». Da quest'anno però un ulteriore giro di vite alla tolleranza del fumo ha ridotto la possibilità di accendersi una sigaretta solo e soltanto all'intervallo. Quello lungo, dalle 11.05 alle 11.25. Basta al fumo nel cambio dell'ora con i prof che sfumacchiavano in cortile mentre i ragazzi facevano ginnastica. Poi c'è stato l'arrivo della moda della sigaretta elettronica. E l'ulteriore divieto.
«A seguito di diverse segnalazioni si rende necessario richiamare tutte le componenti scolastiche al rispetto del divieto di fumare all'interno di tutti gli spazi», riporta la circolare. E «tale divieto è applicato anche alle sigarette elettroniche».

«Non c'è ancora la certezza che siano davvero innocue - fa notare il preside - e se c'è un dubbio è meglio essere guardinghi». Gli effetti d'altronde non sono ancora certi. E poi c'è una questione di comportamento, di esempio da parte degli insegnanti e «a scuola è sbagliato fare passare il messaggio che il fumo può essere tollerato».

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