La notizia dentro la notizia. Sì, perché l'arresto di tre algerini ventenni e il fermo di un loro quarto connazionale - tutti irregolari e pregiudicati -, responsabili di una serie di rapine di preziosissimi orologi da polso messe a segno in questi mesi estivi nel centro città, riporta a galla l'eterna questione degli stabili occupati o, comunque, molto male abitati. Come scoperto infatti dalla squadra investigativa del commissariato Centro, occupatasi dell'inchiesta, a colpo finito gli immigrati in questione si rifugiavano non in un posto qualunque e, comunque, non certo per i milanesi. Parliamo dell'ex residence di via Cavezzali 11, proprio all'angolo con via Padova.
Uno stabile fino al 2003 di proprietà dell'Inpdap, quindi caduto nelle mani di criminali e disperati, finendo per essere terra di nessuno o di tutti, a seconda dei punti di vista. In una spirale di affitti in nero, occupazioni abusive, spaccio, prostituzione, sfruttamento dell'immigrazione clandestina e molto altro ancora. Una caduta agli inferi che, però, sembrava essersi conclusa con la maxi operazione dell'aprile 2018 quando - con il coinvolgimento di oltre 700 tra poliziotti, vigili del fuoco, carabinieri, protezione civile e servizi sociali - vennero perquisiti 68 appartamenti e fermate una settantina di persone. Tuttavia, come dimostrano questi arresti, negli ultimi anni se tutto non è tornato come prima poco ci manca.
Il primo colpo da cui sono partite le indagini del commissariato, si è verificato alle 16 dello scorso 5 giugno, in via Manzoni. Dopo aver pedinato un turista uzbeko di 37 anni, i quattro indagati lo hanno assalito strappandogli dal polso un Richard Mille modello Felipe Massa. L'orologio appartiene all'edizione limitata (solo 100 pezzi) dedicata all'ex pilota Ferrari e ha un valore pari a 200mila euro.
Circa un mese più tardi, la sera del 6 luglio, due degli arrestati, all'angolo tra corso Vittorio Emanuele e la Galleria Passarella hanno fermato una coppia di iraniani con la scusa di chiedere informazioni, quindi hanno rapinato all'uomo un Hublot modello Classic Fusion - valore circa 6mila euro - e sono scappati. L'ultimo colpo è un furto, il bottino è un Patek Philippe modello Genève, 20 mila euro il valore, strappato dal polso di un cinese mentre usciva da un parcheggio in via Hoepli (a due passi dal Duomo) l'11 settembre. La testimonianza della vittima è stata importante per le indagini perché proprio dalle caratteristiche fisiche descritte i poliziotti sono riusciti ad arrivare ai 4 responsabili.
Martedì il 24enne e il 22enne sono stati quindi rintracciati in via Cavezzali 11. Con loro anche una marocchina di 32 anni che custodiva nello zaino l'ultimo orologio rubato, il Patek. Da lì i tre sono stati portati in carcere, mentre al 21enne, già detenuto per altri reati, è stata notificata a San Vittore l'ordinanza di custodia cautelare.
Con i preziosi orologi rubati, sono stati ritrovati anche altri orologi e oggetti bottino di colpi precedenti: un cronografo Maurice Lacroix, sei smartwatch Garmin, due obiettivi reflex della Sony e 4mila euro in contanti.
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