«Una nuova vita. Per te e per lui». Non è uno slogan ma la descrizione di ciò che può accadere nell'esistenza delle persone che decidano di accogliere «l'appello a tutta la popolazione» della Regione a diventare tutore di un minore non accompagnato, espressione formale che nasconde un bambino o una bambina in carne e ossa, un ragazzo o una ragazza nel pieno dell'adolescenza, già orfani o che i genitori hanno preferito affidare ai viaggi della speranza, o della disperazione, piuttosto che abbandonarli accanto a sé a una morte prematura nei luoghi dove si accaniscono conflitti, crisi climatiche, carestie, povertà ancora in aumento a causa della guerra del grano tra Russia e Ucraina.
Come essere «tutore» dipende dal tempo e dallo spazio che si vuole o si può mettere a disposizione. Il minimo richiesto è la rappresentanza legale di minori stranieri che vivono in comunità. Ma questo volontariato gratuito, che è un tutt'uno con la Milano dal cuore in mano, può anche crescere e diventare un legame più stretto. «Serve qualcuno che li accompagni per mano a conoscere la nostra società e il nostro Paese. Abbiamo bisogno di cittadini di qualunque professionalità che abbiano tempo da dedicare a questo compito sociale» spiega il Garante dell'Infanzia e dell'Adolescenza, Riccardo Bettiga.
In Lombardia sono 2.859 i minori stranieri non accompagnati. I tutori sono 363 e ne servirebbero almeno altri 1.500, secondo il nuovo bando per la selezione di cittadini disponibili ad assumere a titolo volontario e gratuito la tutela dei minori soli.
Le candidature vengono valutate, anche con colloqui e formazione, prima di essere iscritti nell'elenco istituito presso i Tribunali per i minorenni di Milano e Brescia. Basta essere cittadini italiani (o europei), aver compiuto 25 anni, godere dei diritti civili e politici, non aver riportato condanne penali. Basta voler cambiare la vita.
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