Ora anche la tavola veste griffato

I tessuti made in Italy di Reda, Piacenza, Ratti e Albini debuttano nei ristoranti degli chef stellati

Pamela Dell'OrtoIl concerto di Gloria Gaynor, un nuovo presidente poco più che 40enne, nuovi espositori, nuovi tessuti, nuove idee e nuovi confini. C'è aria di cambiamento a Milano Unica: oltre al debutto del neopresidente Ercole Botto Poala, la più importante fiera internazionale dei tessuti (in scena dal 9 all'11 febbraio a Fieramilanocity) esce dal «ghetto» e va in città. I tessuti Made in Italy dei migliori espositori (fra gli altri Ratti, Piacenza, Reda, Albini) da martedì prossimo vestiranno i tavoli di cinque rinomati ristoranti milanesi, accompagnati da un menù che spiega ogni particolare della mise en place. Dal portatovagliolo alla tovaglia, fino a fine febbraio sulle tavole sfileranno i tessuti italiani più pregiati, dai broccati ai pizzi macramè, dalle lane ai cotoni che di solito indossiamo sotto forma di camicia. «Lo sforzo economico che c'è dietro una fiera come questa è davvero enorme e non va sprecato. Per questo abbiamo deciso di uscire dai confini dei padiglioni per raccontare a tutti la realtà dei tessuti italiani: vogliamo farci conoscere dalla gente», spiega Ercole Botto Poala, amministratore delegato di Reda, che punta tutto sul cambiamento. All'ingresso della storica azienda di famiglia a Valle Mosso, Biella, campeggia una scritta gigante (opera della Fondazione Pistoletto): «Il cambiamento è inevitabile». E questa sarà anche la filosofia del suo mandato. Il suo è il primo nome nuovo e giovane dopo tanti «mostri sacri» alla guida della manifestazione nata a Milano 11 anni fa ed esportata a New York e Shangai. «I nostri sono dei semilavorati, ma anche dei prodotti di lusso, che di solito è sinonimo di esclusività. Ora vogliamo parlare di eccellenza», aggiunge il neopresidente, che il 9 febbraio annuncerà importanti novità. «Milano Unica diventerà un posto in cui esserci, in cui respirare cambiamento e creatività». Arrivata alla sua ventiduesima edizione, la fiera conta 422 espositori (il 6 per cento in più rispetto ai 399 di febbraio 2015), 72 sono stranieri, ai quali si aggiungono i 40 e i 13 nomi degli Osservatori Giappone e Corea. In attesa di conoscere i nomi di tre giovani stilisti americani che verranno a Milano per conoscere (e utilizzare) i nostri tessuti e poi presenteranno qui, nasce il nuovo format del «fuorisalone» dei tessuti, ribattezzato «Bites of Milano Unica». I tessuti che si mischiano ai piatti degli chef dei ristoranti Daniel, Innocenti Evasioni, T'a Milano, The Small, e Potafiori. Un team di esperti che ha studiato i «vestiti» più adatti per ogni locale. Gli ospiti (accolti con un bicchiere di spumante) che potranno «toccare con mano i tessuti, conoscerne la qualità e le finiture in una maniera divertente». Il format? Si ripeterà durante le settimane della moda, e quella del design. Il sogno? Poter fare qualcosa di simile al fuorisalone, perché «il Made in Italy come è raccontato al Salone dovrebbe diventare materia di studio», conclude Botto Poala.

Che, per iniziare bene, ha già fatto recapitare 1.500 inviti per il concerto di Gloria Gaynor. Arriverà a Milano martedì prossimo solo per il concerto live di Milano Unica e canterà i suoi migliori successi con ben 11 musicisti.

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