Ha sempre diviso e continua a dividere gli animi dei milanesi e degli italiani, piazzale Loreto. Prima teatro della barbara esposizione dei cadaveri di quindici partigiani, fucilati nell'agosto 1944 dalle forze della Repubblica di Salò e quindi lasciati esposti al pubblico ludibrio; poi, nell'aprile 1945, testimone dell'altrettanto barbara esposizione dei cadaveri di Mussolini, Claretta Petacci e altri gerarchi, in quella che lo stesso comandante partigiano Ferruccio Parri definì un'oscena "macelleria messicana".
Da novembre piazzale Loreto potrebbe ospitare l'ormai celeberrimo "Albero della Vita" progettato per diventare il simbolo di Expo. La torre di 35 metri di Marco Balich potrebbe venire trasferita nella piazza alla fine di corso Buenos Aires su proposta dell'assessore al Verde Chiara Bisconti. "Per cancellare un momento storico controverso con un inno alla vita", spiega la Bisconti.
Una proposta che ha subìto scatenato le ire dei partigiani: "Sarebbe una nota stonata che creerebbe solo confusione - protesta il presidente milanese dell'Anpi Roberto Cenati - Il simbolo di piazzale Loreto c'è già ed è il monumento che ricorda i 15 partigiani, che da tempo chiediamo che venga restaurato.
L'installazione di Basich resti sul sito di Expo".Più favorevole, invece, il centrodestra. Non si oppone, ad esempio, l'ex vicesindaco Riccardo De Corato, che però avverte: "Prima dovremmo mettere anche una targa che ricordi che qui è stato appeso Mussolini".
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