Parrucchiere ed estetisti sono sul piede di guerra dopo che il premier Conte ha annunciato la riapertura solo dal primo giugno per queste categorie. Nei giorni scorsi era trapelata l'ipotesi di una ripresa a partire dal 18 maggio. L'Unione artigiani di Milano e Monza-Brianza sollecita «interventi urgenti» di sostegno economico per un settore che «rischia di reagire in modo incontrollata». L'associazione avverte che la maggior parte dei negozi di estetica e parrucchieri rischiano il fallimento , «altro che riavvio il primo giugno, non riapriranno proprio dopo uno stop così prolungato - sottolinea il segretario generale Marco Accornero -. Non si capisce l'accanimento nel costringere alla serrata migliaia di botteghe che già sarebbero pronti con appositi dispositivi e l'accorgimento di ricevere su appuntamento un cliente alla volta, sanificando i locali spesso. Sarebbero le stesse condizioni richieste alle attività che hanno avuto il via libera dal 4 maggio». Oltre ai mancati incassi i titolari devono sopperire ai costi fissi come affitti e bollette. «Peraltro - afferma Accornero - sono penalizzati ulteriormente dalla dilagante concorrenza sleale di abusivi che si recano a domicilio dai clienti per taglio di capelli e messi in piega. La situazione di acconciature ed estetica è gravissima e la soluzione urgente è quella di consentirne la riapertura dalla settimana prossima pur con regole stringenti. Altrimenti il governo deve intervenire con grande urgenza a stanziare sostegni economici concreti. Lasciarli ancora chiusi per oltre un mese significa condannarli al fallimento e, prima ancora, assistere ad una autentica ribellione. Migliaia di realtà di questo settore che in queste ore ci stanno facendo giungere i loro disperati messaggi». E gli ambulanti dei mercati sono pronti a scendere in piazza Duomo a Milano l'8 maggio insieme a tutte le categorie a cui è impedito di riaprire solo dal 18 maggio in poi.
«Ci stiamo organizzando per fare una grossa manifestazione a Milano con ambulanti, commercianti in sede fissa e ristoratori - riferisce il presidente di Euroimprese Commercio, Nicola Zarrella -, rispettando le distanze con mascherine con disegnata la bandiera l'Italia, guanti e cartelli di protesta. Siamo al collasso e l'ultimo decreto ha scatenato una rabbia collettiva, sono pronti a raggiungerci anche da altre regioni».
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