Il legami tra il Pd e la consigliera islamista

In che modo il Pd milanese ha sostenuto la consigliera Sumaya Abdel Qader e i suoi legami con l'islamismo

Il legami tra il Pd e la consigliera islamista

La consigliera del Pd milanese, Sumaya Abdel Qader, è legata ai Fratelli Musulmani; non è più “peccato” dirlo, perché stavolta è la magistratura ad esprimersi, come già emerso ieri.

La Abdel Qader nell’estate del 2016 aveva denunciato di essere oggetto di una campagna giornalistica e politica diffamatoria che associava lei e i suoi familiari all’islamismo oscurantista dei Fratelli Musulmani e aveva sporto querela.

Mercoledì però il gip di Milano, Guido Salvini, ha accolto la richiesta del pm Leonardo Lesti ed ha archiviato la denuncia: non fu diffamazione.

Due i punti salienti che supportano la decisione: in primis gli articoli pubblicati su Sumaya sono espressione del diritto di critica che consente giudizi e valutazioni anche enfatizzati e corrosivi; in secondo luogo i rapporti tra la Abdel Qader e i Fratelli Musulmani vengono confermati dal suo ruolo nella Fioe, colonna europea di quell’islamismo legato ai Fratelli Musulmani. Del resto nel corso dell'inchiesta è stata utilizzata come consulente una delle maggiori esperte italiane di Islam, Valentina Colombo, che ha potuto indicare i rispettivi collegamenti tra Fioe e Fratellanza.

Nell’aprile del 2016 però la Abdel Qader, durante un’intervista al quotidiano “Il Giorno”, aveva affermato:

“Fioe e Femyso non fanno parte dei Fratelli Musulmani in nessun modo. Che giudizio do dei Fratelli Musulmani? È una realtà complessa che sto studiando da sociologa”.

Sumaya Abdel Qader e parenti non hanno certo fatto granchè per nascondere certe posizioni, dai rapporti intrattenuti con gli islamisti turchi della Mili Gorus e i tunisini di Ennahda a materiale ben più “spinto” della madre di Sumaya che incitava su Facebook al braccio armato di Hamas con tanto di immagini di combattenti incappucciati con lanciarazzi e fascetta del martirio in fronte e con commenti del tipo “e hanno vinto la resistenza”.

Interessanti anche una serie di post del marito di Sumaya, (già attivo con i Giovani Musulmani d’Italia- GMI di cui è anche stato presidente in passato), uno nel quale proponeva la procedura del “Ctrl+Alt+ Canc” nei confronti di Israele, definito “un errore storico, politico, una truffa” e un altro sul presidente egiziano Abdelfattah al-Sisi dove scriveva: “Tranquilli, per ogni Faraone arriva un Mosè, al-Sisi stai sereno, è solo questione di tempo”.

Vi sono poi altre foto raccolte che documentano il sostegno di marito e suocera di Sumaya al presidente turco Erdogan e persino una foto del padre di Sumaya, imam di Perugia, mentre stringe la mano all’ex presidente islamista Mohamed Morsi, membro della Fratellanza Musulmana egiziana, il cui governo veniva rovesciato nell’estate del 2013 da una rivolta popolare sostenuta dall’esercito.

Il sostegno incondizionato fornito dal PD alla Abdel Qader in campagna elettorale 2016 rischia dunque di creare serio imbarazzo alla giunta Sala.

Basti pensare all’assessore al welfare Piefrancesco Majorino che aveva difeso la Abdel Qader liquidando la questione come “un'operazione squallida e grave totalmente inventata”.

Vale poi la pena ricordare il sostegno di Lia Quartapelle alla candidatura di Sumaya con tanto di incontro organizzato in via Plinio 1 al quale partecipò anche Imen Ben Mohammed, parlamentare italo-tunisina del partito Ennahda, ideologicamente legato ai Fratelli Musulmani, come indicato in una presentazione dell’evento pubblicato anche sul profilo “Lia Qtl”:

“Cari, vi segnalo due appuntamenti, venerdì alle 18:30 in via Plinio 1 facciamo un incontro elettorale con Imen Ben Mohammed (deputata tunisina nata e cresciuta in Italia) e Sumaya Abdel Qader, in sostegno di Sumaya. Credo che la partecipazione di Sumaya, ragazza di seconda generazione, musulmana, in questi giorni oggetto di attacchi molto pesanti e calunniosi del centrodestra sia estremamente interessante per tutte le questioni che solleva su integrazione, Islam, seconde generazioni, politica interna che diventa estera. Volevo segnalarvelo”.

Sostegno ricambiato su Facebook dalla Abdel Qader alla Quartapelle per la sua candidatura al collegio uninominale Milano 2 città-est.

La Quartapelle si era tra l’altro già distinta sul web per un post sul proprio sito dal titolo “siamo tutti Fratelli Musulmani” dove prendeva le difese dell’organizzazione islamista.

Interessante anche l’intervento di Stefano Allievi, professore di Sociologia presso l’Università di Padova, legato al PD padovano, che il 21 maggio 2016 aveva

pubblicato sul proprio blog un pezzo dal titolo “Chi ha paura di Sumaya? E perché”? dove tra le varie cose scriveva:

“Documentatevi, informatevi su di lei, senza accontentarvi di ascoltare solo la campana di chi ha aperto nei suoi confronti una campagna di denigrazione di un candidato, a causa della sua appartenenza religiosa, che ha pochi precedenti nel nostro paese. Possibilmente, informatevi anche con lei: ascoltate la sua campana, almeno”…

E infatti chi si doveva documentare lo ha fatto. Ora si attende un riscontro da parte del Partito Democratico e dalla giunta Sala.

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