Prezzi folli e stanze decrepite Trovare casa è un'impresa

Annunci improbabili, agenzie inefficienti e abitazioni malridotte È la jungla degli affitti a Milano. Ed Expo fa lievitare i canoni

Prezzi folli e stanze decrepite Trovare casa è un'impresa

Ho letto l'annuncio della stanza, posso saperne di più? Scusate, è una brutta abitudine. Si viene contagiati in fretta, a Milano: la tua mente si allena all'idea di ripeterlo continuamente, quando rispondi alle migliaia di inserzioni dedicate alle stanze in affitto. Con così tante proposte, trovare casa dovrebbe essere una passeggiata, a patto di superare lo shock dei prezzi: contrariamente al trend del resto d'Italia, lo scorso anno a Milano i canoni di affitto sono aumentati del 6,7%, complice l'approssimarsi di Expo. Il prezzo medio di una stanza singola in una zona adeguatamente servita dai mezzi si attesta intorno ai 500- 550 euro mensili. Ma questo lo avevo messo in conto. Del resto, cominciata la ricerca di una stanza in affitto, mi ero posto poche e ragionevoli pretese: una sistemazione confortevole, non eccessivamente periferica, con coinquilini che non andassero in giro la notte vestiti da Batman. In dieci giorni avrei trovato la soluzione ideale, mi dicevo. Solo quando mi sono scontrato con la realtà, ho preso atto di essere prigioniero di un labirinto di cui nutrivo tanti dubbi su quale fosse la migliore uscita, se mai l'avessi trovata. Ficcandomi a forza nella testa quella frasetta «ho letto l'annuncio...», che a dirla tante volte ormai suona ridicola a me in primis.

Innanzitutto, senza voler avventurarmi in analisi antropologiche, essere un ragazzo è uno svantaggio. Perché una buona metà degli annunci – i più economici, solitamente – sono rivolti solo a ragazze. Nella migliore delle ipotesi, potresti cavartela con un «meglio una ragazza, ma non si escludono ragazzi», il che, a ben pensarci, è una presa in giro. Sui gruppi Facebook dedicati, un messaggio su cinque lo scrive un ragazzo esasperato alla sola idea di leggere un annuncio di questo tipo. Metterei volentieri un «like» ad ognuno di loro, soprattutto dopo aver incontrato due ragazze carine ed educate, che mi avevano detto di trovarmi simpatico. Peccato che, qualche giorno dopo, mi scrivono «Preferiamo prendere una ragazza per evitare gelosie dei morosi» e ripubblicano l'annuncio specificando di rivolgersi solo a donne. Allora sei costretto ad avvinghiarti a quello che rimane, dribblando, nell'ordine: truffe, come chi si spaccia per una ragazza americana che ti mostrerà la stanza solo se versi una caparra da 500 euro, ma basta fare un salto all'indirizzo indicato per accorgersi che la casa non esiste; annunci insensati, di un'ironia desolante, come quello con «squalo addomesticato» (ma è un peluche) o chi è disposto ad avere gatti in casa ma «no unicorni», più tutta la gente che non risponde alle richieste o quella eccessivamente pressante.

Cosa resta? Una serie di soluzioni raccapriccianti che fatico a definire abitazioni. Dirò solo di un lavandino muffoso alle spalle del letto, di tubi vari che facevano capolino da un muro pieno di crepe, di una cinghia dal tocco magico, capace di comandare più serrande nella stessa casa, di buchi maleodoranti, spazi degradanti, cucine dove si poteva a ragione credere che si praticasse il cannibalismo. Stanco e confuso, ho deciso di mettermi nelle mani di un centro affitti, non prima di aver versato loro, anticipatamente e senza nessuna garanzia di rimborso in caso di ricerca infruttuosa, 220 euro.

Un servizio scadente: pochissime soluzioni, la maggior parte delle quali non rispondenti alle mie esigenze, e persino un certo fastidio nel venire incontro alle mie sollecitazioni. La prossima volta me ne sto a casa. Ecco, appunto.

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