Le Regioni incassano l'ok: "Con le regole si può riaprire"

Dal vertice col governo arriva il via libera alle attività ma la Lombardia continua a pressare su mezzi e orari

Le Regioni incassano l'ok: "Con le regole si può riaprire"

Ripartire con regole e sicurezza: ora c'è il sì del governo, anche se condizionato e sottoposto a un margine di incertezza ancora da risolvere.

Dopo il vertice con l'esecutivo, dalla Regione Lombardia ieri sera non sono arrivati commenti ufficiali, ma al Pirellone si spera che il governo faccia la sua parte fino in fondo. In particolare su parrucchieri, bar e ristoranti servirà velocemente un riscontro dei dati sanitari. E serviranno anche le linee guida di Inail e Comitato tecnico-scientifico. Inoltre resta inevasa la proposta lombarda di orari differenziati per gli uffici, particolarmente importante per decongestionare i mezzi pubblici, soprattutto a Milano.

Comunque, riaprire con sicurezza era la linea con cui anche la Lombardia - insieme alle altre Regioni - è arrivata al vertice decisivo sulla «Fase 2» con il premier Giuseppe Conte. E, come previsto, alla fine le Regioni hanno prevalso, in un confronto molto atteso, vista l'urgenza con cui guardano alla riapertura intere categorie di commercianti ed esercenti, in particolari quelli che, come i parrucchieri, nei piani del governo avrebbero dovuto restare chiusi fino a giugno, confinati all'ultimo scaglione possibile di ritorno alla normalità, quasi tre mesi dopo la chiusura totale imposta dall'esecutivo con decreto, a marzo. Erano, quelli, i giorni della drammatica emergenza sanitaria e le terapie intensive si riempivano ogni giorno con l'ininterrotto afflusso di malati in condizioni gravi dai pronto soccorso. Tre mesi sono passati e molto è cambiato. Adesso la priorità è riaprire in sicurezza. E il Pirellone ha chiesto insistentemente al governo linee guida per ripartire, soprattutto in alcuni settori commerciali e artigianali. «È chiaro che i bar e i ristoranti sono i luoghi più sensibili - ha spiegato ieri a Mattino Cinque l'assessore al Welfare, Giulio Gallera - noi abbiamo sempre detto non quando, ma come e allora alcune attività, in questa settimana che sarà molto intensa, se avranno individuato modalità di apertura e di lavoro nel rispetto delle condizioni di sicurezza potranno aprire». E oltre all'interlocuzione con il governo, quella con le categorie produttive. «C'è un tavolo del presidente Fontana con le categorie produttive - ha aggiunto Gallera - verificheremo se ci sono protocolli che garantiscono. È evidente che il tema della ripartenza del mondo economico è fondamentale anche per noi. Vogliamo farlo in sicurezza, ma vogliamo farlo», ha concluso.

I dati sanitari di ieri sembrano confortanti. Certo non sono esaustivi, visto che i casi di Coronavirus reali sono verosimilmente molto più numerosi di quelli censiti, ma rappresentano comunque un trend significativo. I tamponi esaminati nell'ultimo giorno sono stati «solo» 7.508, per un totale di 492.642 dall'inizio dell'emergenza. E i nuovi contagiati risultano soltanto 366, un dato di molto inferiore ai picchi di marzo e anche ai numeri di aprile, ovviamente. Il dato più doloroso, tuttavia, quello dei decessi del giorno, comunque resta ancora piuttosto preoccupante. Ieri i decessi sono stati 68, in lieve aumento rispetto al giorno precedente (quando erano stati 68) mentre due giorni prima si erano contati 85 decessi. Certo, era atteso che il dato de decessi sarebbe stato l'ultimo a scendere.

Anche qui, in ogni caso, si tratta di numeri molto inferiori ai picchi delle scorse settimane e confortante resta il trend delle cure ospedaliere, con i ricoveri in terapia intensiva che sono tornati a scendere, mentre i ricoveri in terapia intensiva hanno continuato a calare.

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