Ricorso contro la "zona rossa" ma il governo ora si accanisce

Fontana deposita l'impugnazione contro l'ordinanza. La viceministra Zampa: "Risparmiatevi le polemiche"

Ricorso contro la "zona rossa" ma il governo ora si accanisce

Pressing totale. La Regione Lombardia cambia passo e incalza il governo su almeno due fronti: le zona rossa e i vaccini.

Il ricorso contro le nuove restrizioni decise dal ministero, ieri è stato predisposto, pronto per essere depositato davanti al Tar del Lazio. L'impugnazione verterà sul decreto ministeriale infatti, più che sulla conseguente ordinanza, e sarà fondato su una contestazione puntuale dei criteri e dei dati adottati dal governo (la Regione li considera vecchi). «Io - ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana nel punto stampa a Milano di ieri sera a Palazzo Lombardia - sono assolutamente convinto che l'applicazione più coerente e corretta dei parametri dovrà condurre alla conseguenza che la Lombardia non si trovi in zona rossa ma si trovi in arancione».

In effetti, accanto alla strada giuridico-amministrativa, Palazzo Lombardia ha intrapreso quella più politica e istituzionale. Già tre giorni fa la vicepresidente Letizia Moratti ha invitato il ministero a rivedere l'ordinanza, congelandone gli effetti per 48 ore in vista di un opportuno aggiornamento degli indicatori. Ieri Fontana ha fatto intendere che questa sorta di ravvedimento istituzionale sarebbe la via maestra. «Nel caso in cui il governo dovesse darci una risposta, saremmo pronti anche a cambiare idea sul ricorso». Un ricordo che ora - va detto - pende come una spada di Damocle su tutte le «colorazioni» delle Regioni, non solo su quella Lombarda, e anche per questo è stato presentato a Roma invece che a Milano.

Dal ministero della Salute, in realtà, una risposta è già arrivata. Quella della sottosegretaria Sandra Zampa, e non ha lasciato molti margini per un ripensamento. «Sorprende - ha detto - che la Lombardia contesti oggi un metodo che ha approvato insieme a tutti gli altri». «I 21 criteri - ha spiegato la sottosegretaria ai microfoni di Radio In Blu - sono stati approvati da tutte le regioni, Lombardia compresa ed è sulla base di quei 21 indici che si determinano i colori di un territorio. I dati vengono raccolti sempre allo stesso modo, con la stessa tempistica, e nella cabina di regia siedono tre rappresentanti scelti dalle regioni. Potremmo risparmiarci tutti una inutile polemica».

In realtà fra Palazzo Lombardia e governo la tensione è tornata a salire. Anche sul fronte dei vaccini. Fontana ieri ha fatto sapere che il ritardo sulle consegne «comporterà per la nostra regione 25.740 dosi in meno di vaccino», facendo presente che «essendoci concrete possibilità di ritardi nelle forniture, mantenere una percentuale di dosi di sicurezza è fondamentale per essere certi di arrivare alla fase dei richiami con le dosi necessarie». Insomma, a rischio sarebbero i richiami.

I dati della Lombardia comunque restano positivi.

I ricoverati nelle terapie intensive e nei reparti continuano a diminuire (rispettivamente 3 e 57 pazienti in meno). A fronte di 16.338 tamponi effettuati, intanto, i nuovi positivi sono 1.189, con un rapporto fra test positivi e test effettuati che è al 7,2%, e da una settimana sta sotto il 10%.

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