"Più medici sul territorio": ecco la Sanità targata Moratti

Con la nuova legge si intende cambiare passo, partendo dal ruolo fondamentale dei medici di base

L'assessore regionale Letizia Moratti
L'assessore regionale Letizia Moratti

L’obiettivo finale è rendere funzionali 60 ospedali di comunità e inaugurare 203 nuove case. Il nuovo corso della Sanità lombarda, inaugurato nel 2020, in piena pandemia da Covid-19, dall’assessore regionale Letizia Moratti comincia a prendere forma. Dopo aver superato la fase più critica, grazie alla crescita virtuosa della campagna vaccinale e alla riorganizzazione della medicina territoriale, è tutto pronto per rilanciare un settore, quello sanitario, che è stato sempre un fiore all’occhiello per l’intera nazione. Con la riforma della Sanità regionale si intende cambiare passo, partendo proprio dal ruolo fondamentale dei medici di base.

Non è stato semplice arrivare ad approvarla, visto che ci sono volute sedici sedute consiliari e più di novanta ore di discussione in aula per arrivare alla conclusione dell’iter burocratico. Ma, adesso, si passa alla fase operativa. In tempi stretti, prima di arrivare a regime, si dovrebbero prevedere 115 case e 53 ospedali di comunità. Si spenderanno 488 milioni di euro, ma rimarrà un bel gruzzolo per proseguire nel programma della Regione, dato che il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha destinato alla Lombardia, in totale, un miliardo e 200 milioni di euro. “La lezione della pandemia – ha dichiarato al Corriere della Sera l’assessore Moratti – impone una medicina rapida, più vicina alla gente”.

È evidente, quindi, che per un sistema improntato prevalentemente su una sanità territoriale come quello previsto dalla nuova riforma sanitaria i medici di base dovranno assumere un ruolo strategico. L’esperienza del Covid-19 è servita a capire che le falle esistono proprio nella cosiddetta “cura di prossimità” e la Regione punta a intervenire per colmare le lacune. È stata la stessa Moratti a spiegare in che modo si intende procedere. “Pensiamo a una strutturata e qualificata rete di specialisti ambulatoriali, medici di famiglia e pediatri – ha sottolineato – per garantire ai cittadini un'efficiente assistenza sanitaria che porterà a una minore pressione sugli ospedali, con l'abbattimento delle liste d'attesa”.

Non si dovrà aspettare neppure molto per vedere realizzate case e strutture ospedaliere di comunità. Già per il prossimo anno il 40% del progetto dovrà vedere la luce. Un altro 30% verrà completato nel 2023, con l’obiettivo di terminare l’opera entro tre anni. Per attuare il piano di rafforzamento della sanità territoriale, l’assessore Moratti ritiene indispensabile il supporto del governo e degli enti locali, i quali dovranno lavorare in sinergia con la Regione per rendere operative le regole approvate con la nuova riforma. Così come si penserà a mettere a sistema anche la Sanità privata, che dovrà integrare quella pubblica. Insomma, lo scopo è di operare in cooperazione per abbattere le liste di attesa e fornire un servizio sanitario più efficace agli utenti.

"Continuo a pensare – ha concluso Moratti – che la competizione virtuosa tra pubblico e privato possa rappresentare uno dei punti di forza della sanità lombarda. Ma con questa legge andremo a rafforzare il controllo di indirizzo della Regione sul privato. La centralità della sanità pubblica non è in discussione”.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica