Quando la spending review fa contenti gli studenti. Tra i risvolti negativi della manovra e dei tagli massacranti imposti dal governo, c'è anche qualche nota positiva per i ragazzi: niente scuola al sabato mattina. Così almeno si risparmiano un po' di soldi sul riscaldamento. A Milano il prossimo anno la maggior parte degli studenti andrà a scuola cinque giorni alla settimana su sette. Lo prevede una circolare della Provincia, che invita caldamente gli istituti ad adeguarsi entro giugno anche se studenti e famiglie ne sono ancora all'oscuro.
Una «proposta» fatta in accordo con la Regione Lombardia e la direzione scolastica regionale, che rispetta formalmente l'autonomia dei singoli dirigenti, ma che allo stesso tempo lascia loro pochi margini di manovra: per il prossimo anno scolastico sono previste «ulteriori forti diminuzioni di spesa» per il riscaldamento e l'unica soluzione è l'articolazione dell'orario scolastico su cinque giornate settimanali.
«Tale possibilità - si legge nella circolare - sarebbe opportunamente consentita dalla riorganizzazione degli orari effettuata dalla recente riforma degli ordinamenti delle superiori che portano a un impegno massimo settimanale di 32 ore limitato a pochi corsi di studio e nella generalità dei casi in un arco di 27-30 ore».
D'altra parte la Provincia osserva che, specialmente a Milano città, nelle scuole primarie e secondarie di primo grado l'orario su cinque giorni è già «una consuetudine apprezzata dalle famiglie e che ci mette in linea con i principali stati europei». Tra i vantaggi dell'orario su cinque giorni la circolare cita anche una «più ottimale organizzazione del lavoro del personale» non docente.
La prima circolare, firmata dall'assessore all'Istruzione Marina Lazzati e dal direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale Francesco De Sanctis, è già stata recapitata ai dirigenti scolastici. E c'è qualche mese di tempo per impostare il nuovo andamento dell'anno scolastico, da settembre in avanti. O meglio, da ottobre, quando verranno riaccesi i caloriferi. Ogni istituto dovrà comunicare alla Provincia entro il 30 giugno l'adesione o meno al progetto.
Con i caloriferi spenti al sabato (e si presume al venerdì pomeriggio) si potranno risparmiare fino a 2 milioni di euro all'anno. «Si tratta proprio della cifra che ci è stata tagliata - spiega la Lazzati - Per provvedere al riscaldamento delle 160 scuole di nostra competenza abbiamo a disposizione 34 milioni di euro contro gli oltre 36 dell'anno precedente».
I benefici sono molteplici, non solo per le casse di Palazzo Isimbardi. «Si risparmia sulle bollette - aggiunge l'assessore provinciale -, si producono meno emissioni di anidride carbonica e si abbatte il traffico fuori dalle scuole.
Inoltre siamo contenti di poter dare una mattina libera ai ragazzi, come del resto avviene già in tutta Europa».Le mamme degli alunni sono già preoccupate e temono che le aule il lunedì mattina, in pieno inverno, siano una ghiacciaia. Ma gli impianti di riscaldamento saranno accesi per tempo.
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