Si registrano segnali di cauto ottimismo tra i ristoratori lombardi, che vedono l'inizio di un percorso di ripresa per il settore. Minato però dalle grandi incognite dello scenario bellico internazionale, dell'aumento dei costi dell'energia e della difficoltà nel reperimento delle materie prime essenziali e della salita dell'inflazione. «In uno scenario di incertezza globale, quale quello che stiamo vivendo, a fronte anche del fatto che non sappiamo cosa ci riserverà la pandemia per i prossimi mesi - spiega il presidente di Fipe Lino Stoppani - la tendenza generale è quella di ridurre i consumi. A questo fenomeno si aggiunge la mancata ripresa del turismo: che l'incertezza della guerra in Ucraina rischia di far deviare i flussi dall'Italia e il Mediterraneo, considerate zone a rischio. Milano aspetta con fiducia i grandi eventi internazionali come il Salone del Mobile a giugno e altre grandi manifestazioni fieristiche, anche a fronte della riduzione delle restrizioni dovute alla pandemia che dovrebbero dare una boccata di ossigeno».
Secondo i dati raccolti dall'osservatorio Fipe nel 2021 il fatturato complessivo è risalito a 11 miliardi di euro per le 5200 imprese della ristorazione sul territorio regionale contro i 9,6 miliardi del 2020, registrando quindi un aumento di 1,4 miliardi. Un dato ben lontano, però, dal fatturato di 15,3 miliardi registrato da bar e ristoranti nel 2019.
Quello che doveva essere l'anno della ripartenza, il 2021, ha mantenuto «la promessa» solo per il 16 per cento delle imprese che hanno visto crescere il volume di affari, per il 73 per cento degli imprenditori, invece, il calo degli affari è stato verticale.
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