Sala apre a Craxi, ma solo a metà. "Decida il Consiglio comunale"

"Io non sono contrario (ad un riconoscimento allo scomparso leader socialista, ndr) voglio solo che arrivi attraverso un consenso e per questo ho chiamato il Consiglio comunale ad attivarsi e che non sia una forzatura"

Sala apre a Craxi, ma solo a metà. "Decida il Consiglio comunale"

A margine della commemorazione del novantesimo anniversario della scomparsa di Filippo Turati, leader riformista del Psi, c'è un'importante dichiarazione del sindaco di Milano su un altro esponente socialista che continua a dividere, Bettino Craxi. Molti pensano che a ventidue anni dalla morte sia arrivato il momento giusto affinché la sua città, Milano, gli riconosca i meriti di statista e amministratore della cosa pubblica. Il sindaco, Beppe Sala, in passato si è sempre guardato dal prendere una posizione netta, preferendo che fosse il consiglio comunale a decidere. Oggi torna sull'argomento, ma a ben vedere continua a non sbilanciarsi, consapevole del fatto che una parte del suo elettorato continua a vedere Bettino come il fumo negli occhi.

"Credo che debba arrivare (un riconoscimento a Craxi, ndr) e debba essere una cosa voluta dalla città e dalla cittadinanza", ha detto Sala. Che poi ha aggiunto: "Credo che sia stato sbagliato quasi rimuovere la parola socialismo dal nostro vocabolario. Nel mondo ci sono istanze, soprattutto tra i giovani, per la trasformazione ambientale e per il socialismo, per cui io spero che arrivi. Io non sono contrario, voglio solo che arrivi attraverso un consenso e per questo ho chiamato il Consiglio comunale ad attivarsi e che non sia una forzatura".

Sembra un passo avanti importante, anche se il primo cittadino di Milano ancora una volta passa la palla ai consiglieri, evitando di prendere lui l'iniziativa. A trent'anni dall'inizio di Tangentopoli i tempi sembrano non essere ancora maturi per riconoscere che Craxi è stato uno statista cui è giusto rendere omaggio.

Nel suo intervento il sindaco Sala esprime anche alcune considerazioni legate al tema annoso dei costi della politica e degli illeciti commessi dai partiti. "A chi dice che non è cambiato niente dico che non è così. Poi ci sono anche gli eccessi, il fatto che prima i partiti si finanziavano in certi modi, non mi riferisco solo ai socialisti ma era una cosa di uso comune. Adesso i partiti devono vivacchiare e credo che prima o poi bisognerà affrontare, ma non mi pare questo il momento, la questione del finanziamento pubblico ai partiti".

Insomma, sembra dire Sala, non erano solo i socialisti a "rubare". Non lo dice direttamente ma lo fa capire... ma ammette che il tema del finanziamento ai partiti è ancora irrisolto.

E che lo sia dopo 30 anni dallo scoppio di Tangentopoli fa pensare. Il Parlamento evidentemente non ha avuto il modo di intervenire. O l'ha fatto ma in maniera poco efficace. Chissà, magari ne riparleremo tra trent'anni, con calma...

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