Sea, il pasticcio che lascia tutti a terra

Venerdì 11 aprile blocco degli aeroporti e delle strade di accesso. A rischio i voli trasferiti da Bergamo. La protesta contro la multa da 450 milioni della Ue a Handling

Occhio all'11 aprile. Sarà una giornata difficilissima perché, con ogni probabilità, avrà luogo uno sciopero dei dipendenti di Sea Handling, la società del gruppo Sea che smista i bagagli e svolge i servizi di terra. I passeggeri dovranno fare i conti con il blocco nella riconsegna delle valige, ma i cittadini in generale saranno esposti a disagi perché i 2.300 lavoratori scenderanno sulle strade, all'imbocco degli aeroporti di Linate e di Malpensa, interrompendo il traffico.
Finora gli scioperi a sorpresa degli ultimi giorni non sono stati, tecnicamente, scioperi, ma «fermate spontanee» precisa Liviano Zocchi, segretario regionale della Uil Trasporti. Lo sciopero dell'11 non è stato ancora proclamato, perché le astensioni dal lavoro nel mondo dei trasporti devono seguire precise procedure per non sconfinare nell'interruzione di pubblico servizio. I sindacati aspettano dunque di essere convocati dal Prefetto – al quale hanno presentato richiesta mercoledì – e, dopo l'incontro, l'astensione sarà formalizzata. Non è pensabile infatti che al palazzo del governo possa essere trovata qualche soluzione. La situazione appare, oltre che delicata, molto vischiosa, e il tempo stringe.
Nelle prossime settimane, infatti (non oltre giugno), il bilancio 2013 di Sea Handling dovrà contabilizzare la sanzione di 450 milioni inflitta dall'Unione europea alla società milanese per aiuti di Stato; lo scorso anno era stato possibile prender tempo, ora non più.
Senza novità in tempo utile, l'effetto sarà quello di avviare al fallimento la società del gruppo Sea, con tutte le conseguenze prevedibili e imprevedibili. Bruxelles, per ritirare la sanzione, si era mostrata disponibile ad accettare proposte alternative, a condizione che fossero caratterizzate dalla massima discontinuità economica rispetto al passato di Sea Handling. Per questo in novembre sindacati e Sea – con l'avallo dell'azionista di maggioranza del gruppo, il Comune di Milano – si erano accordati per la costituzione di una nuova società, Airport handling, 100% Sea, che avrebbe realizzato la discontinuità attraverso la vendita di tutti i mezzi e la riscrittura di tutti i contratti, con dipendenti e fornitori. Ma da Bruxelles dieci giorni fa è arrivata la doccia fredda: Airport handling, per essere la soluzione accettata, deve avere un socio al 51% diverso da Sea, è stato il responso europeo. E qui i lavoratori hanno cominciato a preoccuparsi, temendo che un privato alla guida della società possa incidere sui livelli occupazionali, facendo ricorso a cooperative di manodopera, come già avviene in tanti aeroporti italiani per le stesse lavorazioni.
Si sta così materializzando un conflitto molto aspro che cade, peraltro, in un periodo delicato: dal 12 aprile al 2 maggio l'aeroporto di Bergamo Orio al Serio chiuderà per i lavori di rifacimento della pista e il traffico sarà trasferito a Malpensa, dove appunto i viaggiatori saranno esposti a possibili disagi.


I sindacati, va osservato, non protestano «contro»; protestano a sostegno degli accordi di novembre, che molti davano ormai già per acquisiti, e sui quali verte ormai tutto il dibattito con l'azienda, con il Comune e, via via, con i rappresentanti governativi a tutti i livelli.

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