Sergio Ramelli, una storia che, forse, non fa più paura

Per la prima volta in 40 anni, destra e sinistra si incontreranno e proveranno a confrontarsi sulla violenza politica degli anni '70

Sergio Ramelli, una storia che, forse, non fa più paura

Sergio Ramelli, il simbolo innocente di una stagione di odio. Morto a 19 anni, dopo 47 giorni di agonia e una miriade di colpi di chiave inglese su tutto il corpo. Giustiziato per aver denunciato le azioni terroristiche della sinistra e la condiscendenza di parte della sinistra.

A 40 anni da questo tragico evento, c'è però chi prova a seppellire l'ascia di guerra. Il prossimo 27 aprile, infatti, si terrà un convegno/dibattito promosso dal Gruppo consiliare Destra Civica per Milano, in collaborazione con l’Associazione Sintesi, intitolato Divide et impera. Milano burning, le radici dell'odio.

L'obiettivo di questa iniziativa è quello di parlare, assieme a chi c’era, delle ragioni che portarono alla diffusione della violenza politica non solo a Milano, ma anche in tutta Italia. Insomma, conoscere davvero il passato, riconoscere i propri errori, per guardare al futuro. Per arrivare, se non a una memoria condivisa, almeno a una memoria rispettosa dei morti. Di qualunque parte siano.

Come ci spiega Rita Cosenza, consigliere di zona 3, sono stati invitati a partecipare a questo incontro anche importanti rappresentanti della sinistra meneghina, che hanno vissuto i tragici anni '70. Alcuni hanno preferito non partecipare per prudenza politica. Altri per prudenza tutta umana. Sono stati invitati anche il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, e gli assessori meneghini. Per ora nessuna risposta.

Ma c'è anche qualcuno che non si è tirato indietro: è Davide Steccanella, all'epoca dell'omicidio Ramelli praticante avvocato al processo di appello per la difesa degli aggressori di Ramelli.

Una presenza che dimostra come da entrambe le parti qualcosa sia cambiato. Che tutto sia ormai pronto per una sana e sacrosanta pacificazione degli animi.

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