In Lombardia nuovo rinvio dell'apertura delle scuole superiori. al momento la ripresa della didattica in presenza è fissata per il 25 gennaio, ma non è affatto detto che questa data non slitti ancora. La decisione, è stata presa dalla presidenza della regione dopo la riunione del Comitato tecnico scientifico interno che ha valutato in maniera evidentemente critica la situazione sanitaria che sta ulteriormente peggiorando. Tra i criteri presi in esame il tasso di occupazione delle terapie intensive, con 473 ricoverati, salito al 38 per cento e l'indice Rt che superava, sulla base dei dati della scorsa settimana, l'1 (con Rt a 1 si entra in arancione, con Rt a 1,25 si va in zona rossa).
«Preso atto delle valutazioni e delle risultanze di carattere sanitario, connesse all'attuale diffusione del Covid, condivise con il Comitato Tecnico Scientifico lombardo - si legge nelle nota ufficiale - Regione Lombardia ha assunto l'orientamento di proseguire le lezioni per le scuole secondarie di secondo grado con la didattica a distanza al 100 per cento». La decisione verrà formalizzata con un'ordinanza e resterà in vigore fino al 24 gennaio. «Non possiamo permetterci un'altra falsa partenza sulla scuola, con un apri e chiudi che non fa bene né a studenti né ai dati sanitari» commenta il presidente della Regione Attilio Fontana -. Prendiamo questo tempo per ulteriori valutazioni sull'andamento del virus in questo primo mese, sia per mettere in campo nuovi e concreti provvedimenti per supportare la ripartenza in sicurezza».
Con questo ulteriore slittamento di 14 giorni rispetto alla data annunciata dell'11 gennaio, c'è da prevedere anche un acuirsi della tensione nel mondo della scuola, che già ieri mattina è sceso in piazza. I licei infatti avrebbero dovuto aprire ieri, secondo le indicazioni del ministero diffuse prima di Natale, data che in corsa è stata posticipata a lunedì 11. Una riapertura prevista al 50 per cento in presenza e al 50 per cento con la modalità della didattica distanza, con due ingressi scaglionati alle 8 e alle 9,30 come stabilito dal tavolo di coordinamento delle Prefettura. Orari che se avevano l'obiettivo di evitare la congestione dei mezzi pubblici, la cui capienza massima è stata fissata al 50 per cento, dall'altro hanno costretto i dirigenti scolastici a rivedere gli orari delle lezioni.
Gli studenti della «Piattaforma No Dad» ieri mattina hanno sbarrato gli ingressi della sede dell'Ufficio scolastico provincia, in via Soderini. «Le scelte sul tema della scuola, prese dal governo Conte da marzo ad oggi, hanno condannato l'istruzione pubblica ad uno stato di isolamento, disorganizzazione e continua incertezza», scrivono gli studenti su Facebook. «Abbiamo visto per mesi centri commerciali e settori della produzione mai fermarsi (anzi intensificare gli ingressi) e le nostre scuole più chiuse che aperte. Siamo stati abbandonati». Sempre nella mattinata il Comitato Priorità alla Scuola ha organizzato un presidio a Piazza Affari e uno in viale Marche, con lezioni all'aperto davanti all'Istituto Cremona-Zappa. «Siamo stanchi di non essere considerati, come studenti e come persone, e di quanto faccia male psico-fisicamente seguire le lezioni in Dad», attacca il Collettivo Rebelde Parini. Un girotondo è stato organizzato da genitori, studenti e docenti anche sotto il Palazzo della Regione. Sono, invece, entrati in classe gli studenti delle elementari e della medie, dove la preoccupazione è che l'influenza possa mettere in ginocchio ulteriormente alunni e docenti, tanto che l'Ufficio scolastico provinciale ha invitato una circolare a tutte le scuole della città per invitare gli alunni a sottoporsi al vaccino.
«Nell'attuale contesto pandemico, la vaccinazione antinfluenzale è un alleato importante sia per la tutela della salute di chi si vaccina, sia per semplificare la gestione e le diagnosi tra i casi sospetti Covid-19 e i casi di influenza» scrive il direttore dell'Ufficio Marco Bussetti.
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