Uno striscione coloratissimo che recita «All i need is love», indimenticabile refrain di uno dei maggiori successi dei Beatles, campeggia da un balcone di piazza xx Aprile. Un' installazione con un pupazzo gonfiabile fa capolino da un balcone di un vecchio edificio del centro, mentre un Maneki Neko, il gatto portafortuna cinese, da un davanzale invia incessantemente il suo augurio per sconfiggere l'incoronato che sta macchiando di nero il mondo intero. Queste solo alcune tra le opere di Covidart2020, la prima mostra di arte pubblica da casa. A lanciare lArtist call (online dal 28 marzo ongoing fino al 30 aprile) è stata l'associazione no profit Comunicarearte - Atelier Spazio XPO di Milano, con sede in via Moscova, presso la nuova Casa degli Artisti inaugurata l'1 febbraio e chiusa il 20 per l'emergenza sanitaria. Obiettivo di questa chiamata all'arte, organizzare una vera e propria esposizione di Arte Pubblica con mezzi digitali e da casa. A curare l'iniziativa Christian Gangitano, fondatore e presidente dell'associazione. «Essere una community e parlare con il linguaggio dell'arte, in questo momento epocale è molto importante dice il presidente Gangitano - l'evento #covid19 non è solo una pandemia o qualcosa che è accaduto, ma un avvenimento epocale che passerà alla storia. In un momento in cui spazi espositivi, strade, luoghi per l'arte sono chiusi e blindati, e la crisi economica per gli artisti e il mondo della cultura è già in atto in modo preoccupante, non possiamo restare in silenzio». L'idea nasce quindi dalla necessità di riflettere e accendere il dibattito sulla crisi invitando alcuni dei migliori artisti affermati o emergenti in ambito Urban Art e Street Art, New Pop, della nuova figurazione italiana e internazionale che operano in Italia, in questi giorni come tutti in quarantena, a partecipare alla prima mostra di Urban Art, ai tempi dell'emergenza globale da Covid19. «L'arte oggi è una professione non tutelata - continua il presidente - e l'intera categoria è in ginocchio e non considerata in questi "aiutini" che le nostre Istituzioni stanno varando con i decreti e i vari XYbond europei, che pertanto deve esser in grado di reinventarsi da sé e attuare un urgente cambio di paradigma. Il titolo della mostra - prosegue - è volutamente provocatorio, e sottolinea il focus sul problema dell'artista e il suo sostentamento». A partecipare sono stati invitati più di trenta artisti del network dell'associazione. Agli artisti è stato chiesto di fotografare un' opera a tema o realizzarla ad hoc, invitando a usare le finestre o il portone di casa o dello studio, o posta nei brevi tragitti di prossimità nei quali ci si può muovere #autocertificati per esporre un' opera o una stampa a «tema virus covid19, quarantena, pandemia», che dovrebbe essere ben visibile da strada o dagli altri condomini vicini e geotaggata o con indirizzo. La tecnologia, in questi giorni protagonista assoluta, aiuta a realizzare il progetto e a condividere la risposta creativa, artistica e culturale. Sarà infatti realizzata - su Facebook e in instagram con hasthtag: #covidart2020 #artedacasa - una Art Gallery che indicherà dove è stata esposta o realizzata l'opera. Già visibili sulle pagine on line, che saranno aggiornate fino a fine aprile man mano che arriveranno nuovi lavori, le prime opere ricevute e selezionate.
Oltre una ventina, gli artisti che hanno già aderito, tra cui Felipe Cardena e la sua crew (Milano-Havana) che hanno proposto uno striscione che campeggia in corso Como, Liw Volpini (Italia- Cina) che ha esposto un'opera sul davanzale del suo balcone e Ingrid Strain (Milano) che ha disseminato il percorso tra casa e il luogo dove fa la spesa con una foto che la raffigura con la figlia con la mascherina alla finestra, una testimonianza della difficoltà dei bambini a restare chiusi in casa, a cui è stata appena concesso uno spiraglio di libertà con le indicazioni del Governo di ieri che permettono un passeggiata intorno casa con un solo genitore.
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