Su spese militari stoccata di Beppe a Conte

Partiti sette tir di aiuti da Rho-Fiera. Inserimento di 150 ucraini nelle scuole

Su spese militari stoccata di Beppe a Conte

Sette tir carichi di beni di prima necessità sono partiti ieri mattina da Rho-Fiera diretti alla Fiera di Varsavia, il più grande centro di primo soccorso di tutta la Polonia per le famiglie in fua dall'Ucraina. Il convoglio umanitario è stato organizzato da Fondazione Fiera Milano in collaborazione con Progetto Arca. Sono le prime 68 tonnellate di beni raccolti dopo l'appello di solidarietà lanciato dalla Fiera di Varsavia attraverso l'Associazione Internazionale Fiere (Ufi) e fatto proprio da Fondazione Fiera Milano che ne è partner. Il presidente Enrico Pazzali era presente ieri alla partenza, con il governatore Attilio Fontana, il sindaco Beppe Sala, il presidente di Arca Alberto Sinigallia, Anna Golec-Mastroianni, console della Repubblica di Polonia, e Kartysh Andrii, console Ucraina che si è detto «sempre ottimista, ma non possiamo parlare di pace in teoria se non tacciono le armi». E sul no al finanziamento delle spese militari ieri il sindaco ha dato una stoccata in diretta al presidente M5S Giuseppe Conte, in prima fila ad un convegno a cui Sala partecipava in collegamento video: «Quando prendiamo i soldi del Pnrr siamo tutti a dire che bello, siamo un Paese credibile, ma quando tocca a noi fare la nostra parte dobbiamo rispettare tutti gli impegni. É una polemica strumentale e non voglio essere figlio di un Paese che non rispetta i patti». Contesta anche il Verde Pecoraro Scanio, intervenuto prima: «É strumentale associare le spese militari ai poveri o a mille altre cose». Sugli arrivi dei profughi a Milano Sala ha ribadito ieri che la situazione «è sotto controllo. Mi preoccupa l'inserimento nelle scuole, ci stiamo chiedendo se dobbiamo inserire singoli bambini nelle classi italiane o fare classi per ucraini con interpreti e assistenti sociali per fornirgli kit scolastici». La vicesindaco Anna Scavuzzo spiega che per le materne sono arrivate alcune decine di richieste ma è in corso la verifica delle vaccinazioni, non ci sono stati ancora inserimenti. Almeno 150 bambini o ragazzi sono stati già inseriti nelle scuole dell'obbligo. A due mesi dalla fine «bisogna investire soprattutto sull'apprendimento dell'italiano. La tendenza alle superiori è far frequentare in classe materie come inglese, arte, ginnastica e usare ad esempio le ore di latino per corsi intensivi di italiano con interpreti. Anche i compagni di origine ucraina si offrono come tutor.

Stiamo lavorando con l'Ufficio scolastico per organizzare attività specifiche, siamo anche disponibili a investire risorse per dei centri estivi dedicati a ragazzi più grandi. E molti stanno ancora seguendo lezioni in dad con scuole non colpite dal conflitto».

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