Alcune di queste ciclabili sono tristemente note per il numero di incidenti, ma anche contestazioni, raccolte firme ed esposti. La mappa di circa 35 chilometri di piste leggere realizzate nell'ultimo anno e mezzo per l'emergenza Covid mette in luce pericoli, violazioni del codice della strada e criticità di opere realizzate troppo in fretta.
Paradossalmente queste corsie, spesso realizzate in viali di scorrimento o direttrici di ingresso in città, hanno avuto l'effetto boomerang di far aumentare esponenzialmente il traffico e lo smog, creando ingorghi che bloccano anche i mezzi di soccorso.
Un esempio tra tutti la corsia che collega san Babila a piazzale Loreto passando per corso Venezia e corso Buenos Aires: la corsia è illegittima perchè corre alla destra della sosta delle auto, che invece dovrebbe essere separata dalla carreggiata. Il risultato è che chi parcheggia deve attraversare la pista per raggiungere il marciapiede a sinistra con grave pericolo per i ciclisti. Il restringimento della carreggiata inoltre, provoca chilometrici incolonnamenti di auto, che intasano il traffico anche nelle vie laterali. Pericolosa anche la corsia che da Sesto San Giovanni lungo viale Monza arriva in Loreto: «Essendo delimitata da una linea tratteggiata e quindi essendo valicabile da qualsiasi mezzo, la corsia - spiega l'esperto di sicurezza stradale Enrico Bonizzoli - non protegge l'utenza debole, ma al contrario lo espone a molti più rischi». Per non parlare del prevedibile pericolo causato dal fatto di correre parallelamente alle auto in sosta: basta aprire una portiera della macchina senza prestare attenzione, come succede quotidianamente, per colpire un ciclista.
Dal parco Nord lungo Fulvio Testi si arriva in viale Zara fino a piazzale Lagosta, nel cuore dell'Isola. Via Pola attraverso piazzale Lagosta fino a via Alserio è un ingorgo unico a causa della corsia per le bici che ha ridotto la carreggiata. La pista, in sede promiscua, è pericolosa per i ciclisti stessi, che spesso trovando la corsia invasa dalle auto in doppia fila, rischiano di venire travolti nel sorpasso. In via Alserio la situazione è ancora peggiore tanto che il Municipio 9 aveva chiesto di spostare la corsia sull'ampio marciapiede per evitare traffico e smog, e proteggere gli utenti.
Dalla parte opposta della città a sud ovest da via Parri, che dalla tangenziale porta in via Zurigo fino a piazza Bande Nere succede che chi entra a Milano si trova imbottigliato all'improvviso per via della pista ciclabile che ha ristretto la carreggiata a una sola corsia. Ancora più assurda la situazione in via Saint Bon, dove la ciclabile ha mangiato una corsia alle auto e un'ottantina di stalli per la sosta, con il risultato che il traffico si sovrappone ai 1500 pazienti al giorno del CDI. Se le auto o gli autobus accostano al marciapiede si paralizza la circolazione. Ma in via Saint Bon si trova anche l'ospedale militare ora hub vaccinale da mille iniezioni al giorno, che crea un sovraccarico di flussi. «Il problema più grave è il blocco dei mezzi di soccorso diretti all'ospedale San Carlo che rimangono intrappolati nel traffico» spiega il presidente del municipio 7 Marco Bestetti.
Così in corso di Porta Nuova, tra piazza Principessa Clotilde e via Fatebenefratelli, è stata
disegnata una corsia in contromano, in una via a senso unico, «protetta» solo alle auto in sosta. In violazione del codice della strada e con grave pericolo per i ciclisti. Stesso discorso sul cavalcavia Bussa all'Isola.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.