"Vaccini, una dose a tutti e allontanare il richiamo"

La Moratti propone il modello anglosassone e punta sulla produzione di aziende lombarde

"Vaccini, una dose a tutti e allontanare il richiamo"

Il governo chiama, la Lombardia risponde. Alcune aziende farmaceutiche lombarde si sono fatte avanti offrendo la loro disponibilità a «valutare in maniera concreta modi e tempi per un'eventuale collaborazione all'operazione vaccino». La Lombardia, come il Lazio, potrebbero quindi essere un distretto su cui puntare secondo quanto emerso dall'incontro di ieri tra il ministro per lo sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi, il direttore generale Enrica Giorgetti, il direttore centro studi Carlo Riccini, per Aifa il presidente Giorgio Palù e il commissario straordinario per l'emergenza Domenico Arcuri.

La premessa? L'insufficienza di dosi, tema ribadito con estrema preoccupazione dal commissario per il piano vaccinale in Lombardia Guido Bertolaso e la dipendenza dalla produzione estera. Con il fantasma di una terza ondata già arrivata in Lombardia. Tanto da aver costretto a un cambio di rotta nel piano vaccinale. Attenzione: per poter avviare una produzione di questo tipo a un'azienda servono minimo 5-6 mesi, come ribadito da Farmindustria. L'orizzonte cui si sta ragionando potrebbe essere il prossimo inverno.

L'assessore lombardo allo Sviluppo economico Guido Guidesi ha espresso «pieno sostegno di Regione alle imprese lombarde che parteciperanno alla filiera per la grande sfida della produzione dei vaccini». Per il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi: «Oggi si sono gettate le basi di una proficua collaborazione pubblico-privato per andare in questa direzione». Il prossimo appuntamento è fissato per mercoledì.

I vertici della Regione si stanno muovendo su due binari: da un lato appunto il tentativo di avviare una produzione italiana per il futuro, vista anche la prospettiva di dover vaccinare la popolazione contro le varianti ogni anno, tema che era stato lanciato dall'assessore al Welfare Letizia Moratti appena insediata, dall'altro il tentativo, avviato con il ministero e ribadito alla Conferenza Stato-Regioni ieri mattina con il ministro alla salute Roberto Speranza e la neo ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini di poter seguire la «via anglosassone per la campagna vaccinale», quindi proporre una sola dose per tutti e allungare il tempi di richiamo per i diversi vaccini. Non solo, il governatore Attilio Fontana ha «avanzato la proposta, nella sollecitazione generale di far arrivare più vaccini, che ci sia una consegna immediata in quei territori dove il virus è in crescita.

Come confermano numerosi studi e anche i dati regionali - ha scritto su Facebook -la prima dose è già efficace nel diminuire l'espansione del virus.

Per questo abbiamo deciso di iniziare la somministrazione tempestiva di 30mila prime dosi sul nostro territorio al confine tra le province di Brescia e Bergamo».

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