Borsate e sputi: viaggio tra le borseggiatrici della metropolitana milanese

IlGiornale.it sui treni pieni di turisti e pendolari vittime di nomadi sempre più aggressive. "È questo il biglietto da visita che vogliamo per Milano?"

Borsate e sputi: viaggio tra le borseggiatrici della metropolitana milanese

Sabato mattina in Stazione Centrale a Milano. Da qui passano due delle principali linee metropolitane della città, la verde e la gialla, che collegano vari quartieri del capoluogo lombardo. Inizia qui il viaggio de ilGiornale.it. Sempre qui tutti i giorni, e in particolare nei fine settimana, i convogli vengono presi di mira da gruppi di borseggiatrici, soprattutto donne e minorenni, che derubano i passeggeri. Il gruppo 'Milanobelladadioborseggi', molto presente su Instagram, ci ha contattati per sottoporci un problema di non poco conto. Le stazioni che sono bersagliate più di altre sono quelle di Centrale, Cadorna, Garibaldi e Duomo.

Nomadi e incinte: chi sono le borseggiatrici

Se prima di maggio erano soprattutto donne in stato interessante, anche 50enni al settimo mese di gravidanza, a derubare turisti e pendolari, da giugno le cose erano leggermente cambiate. Dopo le tante polemiche, la procura della Repubblica di Milano aveva deciso lo scorso maggio di rivedere parzialmente le direttive date alle forze dell’ordine in caso di arresto di donne gravide. Con una recente circolare, datata 30 maggio, emessa dalla Procura di Milano, viene specificato che viene data al giudice di sorveglianza la decisione se procedere o meno con la custodia cautelare in carcere, anche in caso di donne in stato interessante. Già a luglio però, il Partito democratico ha chiesto di annullare l’ordinanza di fine maggio che aveva modificato la circolare del 2016 che permetteva alle borseggiatrici di evitare il carcere. Le borseggiatrici, praticamente sempre incinte o madri di bambini di età inferiore a un anno, in questo modo avevano la possibilità di sospendere le loro condanne definitive saltando i passaggi tra carcere e procura.

Lo scorso aprile 'Milanobelladadioborseggi' e 'Furtiborseggi' avevano creato una petizione per modificare quella circolare e non rendere possibile alle borseggiatrici di evitare la galera. Dopo 2 mesi e oltre 13mila firme, la procura ha modificato la circolare, rendendo di fatto obbligatorio l’ingresso negli istituti penali di donne incinte o con figli fino a un anno di età, in presenza di un ordine di esecuzione di arresto. Lo scorso luglio però una nomade in stato interessante, che si trovava detenuta nel carcere di San Vittore, era stata portata in ospedale in seguito a un malore e il bambino era nato morto. A quel punto i deputati dem hanno presentato in commissione Affari sociali alla Camera una interrogazione al ministro della Giustizia Marta Cartabia. Adesso è partita un’altra raccolta firme, che ha già superato le mille persone, per mantenere l’ordinanza della Procura contro l’operato delle borseggiatrici.

"È questo il biglietto da visita che vogliamo per Milano?"

Per avere un quadro della situazione e un commento riguardo la circolare che tanto sta facendo discutere, abbiamo anche parlato con Gianluca Comazzi, Consigliere comunale e Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale. L'azzurro ha subito tenuto a sottolineare che"chiunque viva a Milano o frequenti la nostra città per lavoro si è reso conto da un pezzo del clima di insicurezza che da anni permea ogni angolo della città. Furti e borseggi sono ormai all'ordine del giorno e zone come la Stazione Centrale ne sono la prova lampante". L'azzurro si è poi posto una domanda:"È questo il biglietto da visita che vogliamo far avere a chi arriva a Milano da tutta Italia? Personalmente ritengo che la circolare emessa dalla procura nasca dalla volontà di arginare un fenomeno che ha assunto proporzioni enormi, incidendo sul benessere dei cittadini e sul loro senso di fiducia nelle istituzioni". Infine, Comazzi ha precisato che"i casi di cronaca degli ultimi mesi denunciano un quadro allarmante al quale le autorità sono chiamate a porre rimedio, nel rispetto della legge e delle persone coinvolte".

Turisti accolti a borsate e sputi

Sabato 17 settembre IlGiornale.it si è recato in Stazione Centrale per vedere con i suoi occhi la situazione. Prima di fare un giro in metropolitana, accompagnati da due rappresentanti dei gruppi presenti sui social, li abbiamo intervistati per farci spiegare cosa accade quotidianamente. Matthia e Nicholas ci hanno raccontato che adesso le borseggiatrici sono diventate molto aggressive e che reagiscono anche solo se qualcuno le guarda. Coloro che sono maggiormente presi di mira, come hanno tenuto a sottolineare, sono soprattutto i turisti, anche perché i milanesi, grazie ai social dove vengono pubblicati i video e le foto, riescono a riconoscere i borseggiatori e stanno attenti.

In circa 5 ore abbiamo assistito a diversi tentativi di borseggi da parte di donne di ogni età ai danni di stranieri e italiani. Ci sono anche stati momenti di tensione quando le malviventi hanno tentato di aggredirci con borsate e anche sputandoci addosso, in particolare quando i disturbatori, così si fanno chiamare i ragazzi della squadra antiborseggi, hanno urlato ai megafoni e usato fischietti per avvertire le persone in metropolitana della presenza di più scippatori.

La sinistra contro le foto segnaletiche

La squadra ha vari elementi sul territorio, che ogni giorno viaggiano ‘a vuoto’ sulle linee delle metropolitane dalla mattina fino a tarda sera muniti di megafoni e fischietti per indicare ai passeggeri la presenza delle persone indesiderate. Qualche mese fa, sulle banchine erano apparse delle foto segnaletiche delle borseggiatrici, di etnia rom e spesso incinte, che si muovono a gruppi di 5-6. Ovviamente i volantini con le immagini di queste donne ben in evidenza attaccati sui muri delle metropolitane avevano subito fatto inorridire i dem. La sinistra aveva infatti criticato questa idea perché a suo dire era lesiva della privacy. Obiezione che era immediatamente stata smontata a giugno dall'allora assessore alla sicurezza di Regione Lombardia Riccardo De Corato:"Non regge la privacy con chi è daspato".

Lo stesso ex sindaco di Milano già a maggio aveva proposto di affiggere, non solo sui convogli ma anche sui mezzi di superficie, le foto segnaletiche dei borseggiatori e delle borseggiatrici che hanno ricevuto il Daspo. A giugno, in seguito alla richiesta da parte di De Corato ad Atm di allertare con un avviso all’altoparlante i passeggeri a bordo della metropolitana dell’alto rischio di borseggi, era stato introdotto un messaggio sonoro. Peccato però che l’Azienda di Foro Bonaparte abbia utilizzato la comunicazione solo in occasione del ritorno del Salone del Mobile, un evento che ha fatto aumentare il numero di turisti e persone che utilizzavano i mezzi pubblici per spostarsi da una parte all’altra della città. Poco dopo quel messaggio è sparito, o comunque utilizzato solo poche volte a settimana.

"E Sala pensa a integrare rom e sinti"

Anche Gianluca Boari, consigliere della Lega del municipio 3, ha tenuto a sottolineare il grave problema presente anche in zona Lambrate, in particolare alla fermata della metropolitana della linea 2, poco lontana dalla stazione ferroviaria. A destare preoccupazione è anche via Raffaele Rubattino, dove non vi sono campi nomadi, ma ci sono sempre molte carovane sinti in sosta. Qualche tempo fa una di queste ha preso fuoco, generando inquietudine nei residenti della zona che a volte assistono anche a liti, spesso violente, tra varie faniglie di nomadi. Anche Boari ha tenuto a sottolineare che questo non è un bel biglietto da visita per Milano, soprattutto per i turisti che arrivano con i treni e quando escono dalla stazione trovano la piazza militarizzata ed extracomunitari che vagabondano per la strada.

Milano sembra ormai una città allo sbando, dove le istituzioni sono assenti. La preoccupazione del sindaco Beppe Sala sembra essere soprattutto quella di aiutare i rom a trovare lavoro e alloggio, aiutandoli a inserirsi in città. Per questo motivo ha chiamato Chiara Maria Bornino, project administrator e coordinatrice amministrativa, per mettere a punto la gestione del servizio di accoglienza rivolto a famiglie in condizioni di fragilità, soprattutto rom e sinti. La Bornino guadagnerà in totale 40mila euro per il suo lavoro iniziato lo scorso 21 agosto che durerà fino alla fine del 2023.

Il mega-progetto di inclusione delle comunità rom e sinti, finanziato con quasi 3 milioni di euro, prevede anche la formazione di docenti che attraverso delle lezioni di integrazione terranno agli alunni delle elementari e delle medie corsi "contro gli stereotipi".

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