Weekend sul lago di Garda. Regno di olivi, vini e grappe

La sponda veneta offre 27 tipi di olio fruttato e aceto. Per chi ama la paleontologia ecco le iscrizioni rupestri

Weekend sul lago di Garda. Regno di olivi, vini e grappe

L'altra sponda del Lago di Garda è chiamata Riviera degli Ulivi. Questi alberi meravigliosi sono presenti lungo gli oltre 50 chilometri della sponda veneta e circondano tutte le cittadine: Peschiera, Lazise, Bardolino, Garda, Torri del Benaco, Brenzone e Malcesine, ognuna con una sua particolarità. Natura, arte e gola si intrecciano in questo territorio compreso tra le acque e il Baldo e i monti della Lessinia.

Campo base all'agriturismo Costadoro dove troviamo camere e appartamenti per il riposo ma anche l'azienda agricola che produce vino, olio, aceto, grappe. L'olio del Garda è in grande crescita. A Cavaion Veronese, nell'azienda Fratelli Turri, un percorso nell'oliveto consente di scoprire 27 varietà di olivi italiani. Oltre a quelle locali, ne sono state piantate anche altre per verificarne l'adattabilità al clima del Garda, limite estremo per la coltivazione dell'olivo (45° parallelo). Tra gli olivi ammiriamo un antico frantoio in legno del 1740 e gli e gli altri prodotti dell'azienda. Dall'olio al vino con le Cantine Lenotti presente già nel 1906 in una carta enologica. Produzione vasta che va dal Bardolino all'Amarone fino al Recioto, che non manca mai sulle tavole veronesi.

Terre fruttuose, abitate da milioni di anni. Lo testimoniano le incisioni rupestri in varie località nel comune di Torri del Benaco. Le più famose a «Pietra delle Griselle» e «Pietra dei Cavalieri», ma la più grande come dimensioni è sicuramente la «Roccia Grande» in prossimità di Crero (207 m). Visto che siamo saliti sulla montagna, restiamoci fino a San Zeno per assaggiare il «Marrone di San Zeno Dop» particolare, raro, da cui, oltre ai prodotti tradizionali derivati dalle castagne, nasce anche la birra «Castanea», ultimo frutto di una tradizione che affonda le origini all'epoca longobarda. Lievemente ambrata, è un prodotto di nicchia e il sentore di marrone non si lascia sovrastare dal lievito. Birra stagionale, si può trovare in vendita solo in alcune aziende del Consorzio.

Sali, scendi e la fame cresce. Due luoghi dove placarla. Nel borgo di San Zeno, alla Taverna Kus il venerdì sera c'è lo spiedo, una grande esperienza di gola, altrimenti si può scegliere da un ricco menu con agganci ai prodotti locali: sfoglia al Valpolicella con ragù di cervo e Monte Veronese, trancio di lavarello marinato al miele, tartare di lavarello affumicato e crema di porri bruciati.

Il pesce d'acqua dolce trova grande spazio alla Taverna del Capitano a due passi dal lago sul porto di Brenzone: luccio in salsa, tagliatelle al pesce persico, spaghetti con le aole (alborelle), coregone alla mugnaia. Per recuperare dal lungo momento a queste buone tavole, fondamentale una passeggiata nella Riserva naturale Lastoni Selva Pezzi che dalle pendici del Monte Baldo digrada verso il lago di Garda. Il paesaggio è un mosaico di boschi di faggio e di abete bianco, estese mughete, rupi e ghiaioni, con ricchezza di flora e fauna.

Chiudiamo con la perla della Riviera degli Ulivi, Malcesine, dipinta da Gustav Klimt raccontata da Goethe il cui busto è collocato in un piccolo giardino del Castello Scaligero. Strepitosa la vista dalla piattaforma del «Rivellino» e dalla torre. Come tutti i castelli italiani, ha avuto molti proprietari, dagli Scaligeri agli Asburgo, e molti estimatori. Nella sala Goethe sono esposte le immagini che il poeta tedesco ha dedicato al maestoso edificio nel suo Viaggio in Italia. Anche ai poeti viene appetito, figuriamoci a un viaggiatore goloso. Lo plachiamo alla Vecchia Malcesine di Leandro Luppi cuoco-patron con interessi multipli: cucina, Pink Floyd, Alberto Burri. «Non voglio essere identificato per quello che faccio ma per quello che sono». Apertura mentale, ottima mano, prospettive. Dal 2010 con Elvira Trimeloni, Leandro organizza «Fish and Chef» dedicata al troppo spesso snobbato pesce di lago.

Leandro, quello che gli porta ogni giorno Andreino, 67 anni, leggendario pescatore di Cassone, lo reinterpreta: trota nocciola e liquirizia; carbonara di lago; tacos di salmerino, cervella, fagioli; anguilla, mela, zenzero. E come scrisse Goethe: «Avrei potuto essere fin da questa sera a Verona ma mi si prometteva allo sguardo un'opera ammirevole della natura: il meraviglioso lago di Garda».

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